22.6.05

Chiusura estiva



Questo blog va in vacanza fino al 4 luglio.

Statemi bene

17.6.05

Elezioni in Iran



Questo e'un articolo interessante trovato sul 'Corriere della Sera' di oggi.

«Teheran si sveglierà come tutti gli altri giorni, profondamente disillusa». Un anonimo lascia questo messaggio su uno dei 70 mila blog in Farsi - la lingua dell'Iran - presenti in Rete. Così, tra disinteresse e la sensazione che il voto di venerdì 17 giugno non cambierà un presente di restrizioni, la new generation persiana che naviga sul web si prepara sfiduciata all'appuntamento elettorale che dovrà stabilire chi sarà il successore di Khatami, eletto nel 1997.

SFIDUCIATI - Sembra quasi che il sentimento del popolo di Internet stia lì a confermare le analisi degli esperti: la bassa affluenza ai seggi è la previsione più certa per le elezioni della Repubblica islamica dell'Iran. La convinzione di chi scrive sui diari on line nasce dall'esperienza passata. Insomma - è la vulgata - chi continuerà ad avere l'ultima parola sulle decisioni politiche sarà sempre il Consiglio dei guardiani della rivoluzione, ovvero i dodici religiosi che hanno possibilità di veto su qualsiasi legge.

CANDIDATI ON LINE - Tuttavia le elezioni presidenziali 2005 contengono in sè un elemento di novità assoluta. Sono le prime dell'era Internet. Tutti gli otto candidati in lizza, anche quelli radicali religiosi, si sono scoperti appassionati delle nuove tecnologie e hanno aperto un sito. Anche la guida suprema Ali Khamenei ha la sua pagina personale con tanto di album delle foto e la rassegna completa dei discorsi più celebri. Una propagarsi frenetico che giustifica la battuta secondo cui se «l'ayatollah di ferro» Khomeini fosse vivo avrebbe anche lui un indirizzo Internet. Hossein Derakhshan, primo iraniano ad avere messo in Rete - tre anni fa - un blog (www.hoder.com) lo spiega così: «I politici utilizzano la Rete per influenzare l'elettorato. In Iran non era mai accaduto prima».

PROPAGANDA - Esempi? I fans di Rafsanjani, il candidato che i sondaggi danno nettamente in testa, fanno proselitismo diffondendo sul web la foto che lo ritrae mentre è intervistato dall'attore americano Sean Penn, inviato speciale del San Francisco Chronicle a Teheran. L'ex capo della polizia Mohammed Reza Qalibaf si serve di Internet per invitare a giovani «ad essere gioiosi» e mette a disposizione dei lettori l'indirizzo di posta elettronica (info@qalibaf.com). Il diario più visitato è pero quello di Mostafa Moin, candidato del partito riformista Islamic Iran Participation Front (IIPF), su cui compaiono slogan del tipo: «Ti ricostruisco patria mia».

NUMERI - Il perché di questo innamoramento politico per la Rete è presto spiegato. Con i numeri. Secondo uno studio della Stanford University, pubblicato su Usa Today, gli utenti iraniani che si collegano sulla Rete sono quasi 5 milioni ma potrebbero diventare 15 entro il 2005. I navigatori, che hanno un'eta compresa tra 21 e 32 anni, e il 14% di essi - è la stima dei ricercatori universitari americani- si collega almeno per 38 ore a settimana, rappresentano quindi un bacino di voti che fa gola a tanti, laddove due terzi dell'elettorato attivo del Paese ha meno di 30 anni.

POESIE E CALCIO - Peccato però che loro, i potenziali elettori, siano abbastanza indifferenti a tanto movimentismo. Sui siti più cliccati,
(www.gooya.com o www.iranian.com) si parla più di calcio e di poesia che di politica. In Rete è pieno di foto scattate con il telefonino di gente in piazza a festeggiare la rete di Mohammad Nosrati contro il Bahrain che ha consentito alla Nazionale di staccare il biglietto per i Mondiali del 2006 in Germania. Su Orku, la community on-line, è tutto un fiorire di versi del tipo: «Il sole s'infiamma», e di citazioni di poeti iraniani. Del voto non c'è traccia.
LA CENSURA - Disaffezione per la politica? Anche, ma è essenzialmente la paura a far sì che gli internauti iraniani non s'addentrino in certe discussioni. La tagliola della censura è infatti sempre lì, in agguato. Dalle elezioni parlamentari del febbraio 2004 l'uso di filtri per limitare l'accesso alla rete è andato crescendo, insieme alla repressione. Reporters San Frontières ha calcolato che sono stati bloccati 10 mila siti e chat. A novembre del 2004 il regime ha fatto sentire il suo pugno. Venti bloggers sono finiti in manette per «attività contro-rivoluzionarie» e «comportamenti contrari alla religione».

10.6.05

Hai visto, Davide...



..che Clementina e' tornata?

Sono molto contento, per te e per lei...

A presto

9.6.05

Priceless



dedicato, oggi con un po' piu' di speranza, a Davide Cantoni.

6.6.05

30 anni di Pimpe



La Pimpa compie 30 anni.

Nata dalla matita di Altan nel Giugno del 1975, ha ormai accompagnato l'infanzia di varie generazioni.

Io me la ricordo, e credo che fosse proprio agli inizi della sua carriera.

E voi?

3.6.05

Acquanauti



Loro la chiamano "esplorazione" ma in fondo in fondo vogliono vivere come i pesci. E nuotare e inseguirsi sott'acqua, giocare, dormire anche là sotto. A sette metri di profondità e per dieci giorni. Senza sentire mai l'aria che sbatte in faccia e senza vedere mai la luce del sole neanche per un momento. Sono già pronti per immergersi, sono sicuri che ce la faranno a resistere per tutto quel tempo in mare. Si stanno preparando in sei ma alla fine saranno solo due gli "Acquanauti", un uomo e una donna.

Sono mesi che fanno le prove in una piscina sull'Aurelia. E sono mesi che allenano il loro corpo e soprattutto la loro mente. Specialisti di ogni branca della medicina indagano su cuori, muscoli, ormoni, timpani, polmoni, sul sangue e sui nervi. Saggiano tutti i limiti dei sub, tentano di capire se davvero sopporteranno 240 ore di "ambiente sottomarino", il caldo e il freddo delle correnti, i lunghi silenzi, le oscurità, l'abisso. Ma intanto c'è già una data, hanno fissato il giorno in cui scenderanno giù. Mercoledì 7 settembre. Di mattina si butteranno tra gli scogli di Cala Feola, nella parte a nord ovest dell'isola di Ponza. E se tutto andrà bene, risaliranno felici sabato 17. Così i due sub che saranno scelti per quest'impresa proveranno a diventare pesci.

Il progetto è dell'"Explorer Team Pellicano", costa 300 mila euro, è un viaggio a metà tra l'avventura estrema e l'esperimento scientifico che sta coinvolgendo una settantina di atleti, medici, artigiani, produttori di mute, biologi, costruttori di apparecchiature subacque, fotografi, cameramen. "E' la prima volta che si tenta un'esperienza del genere, qualche anno fa negli Stati Uniti qualcuno è rimasto per 107 ore ma in una vasca d'acqua dolce, tutt'altro habitat", spiega Pierfranco Bozzi, il team manager dell'operazione in fondo al mare e lui stesso uno di quelli che stanno addestrandosi per quei dieci giorni di settembre.
E' quasi tutto deciso per calarsi laggiù. Macchine sperimentali, nuovi equipaggiamenti, sofisticati strumenti medico-diagnostici portatili. Gli "Acquanauti" ormai fanno il conto alla rovescia. E studiano e ristudiano nei particolari ciò che accadrà a Ponza. L'aria la prenderanno da su, trasportata dentro i loro erogatori o i loro mascheroni "gran facciale" attraverso le "fruste", lunghi tubi che convoglieranno l'ossigeno dai compressori ben allineati su alcune barche. Non useranno bombole, troppo ingombranti, troppo pesanti per tenerle sempre addosso. E dentro i mascheroni avranno microfoni per comunicare tra loro e con gli altri che stanno in superficie, quelli che monitoreranno la loro vita nell'acqua.

Prima scenderanno a 6 metri e poi un po' più giù, fino a quando si sistemeranno con più agi per la loro permanenza sotto il mare. E' lì che sarà allestito quello che diventerà il loro "appartamento". Su una piattaforma di cemento ben ancorata al fondo saranno fissati due letti, un divano e difronte anche una televisione, alcune sedie, un tavolo. E poi un tapis roulant e una cyclette. "Dobbiamo passare il tempo e fare qualche ora di sport servirà sicuramente a distrarci", racconta Enrico Cerabino, istruttore sub proprio sull'isola di Ponza e uno dei sei selezionati per questo tentativo. L'"appartamento" avrà un quadrato di 12 metri e mezzo per lato. E in ogni angolo ci saranno due telecamere fisse che riprenderanno ogni momento dell'avventura, ogni gesto degli uomini - pesce. Saranno spiati istante dopo istante mentre giocheranno anche a carte o a dama, mentre leggeranno libri, oggetti plastificati fatti apposta per loro. E se ne avranno voglia, potranno vedere via cavo pure qualche film. "La tenuta fisica sarà importante, ma ancora più decisiva sarà la nostra capacità nervosa, mantenere l'equilibrio per resistere là sotto", dice ancora Enrico mentre svela come si sta avvicinando al 7 settembre.

Una dieta che cambia di mese in mese da febbraio, seguito da Ivo Pulcini, lo specialista dei piloti della Formula Uno e dei ciclisti del Giro d'Italia. Una preparazione atletica che sta portando sempre più in basso il suo battito cardiaco, tabelle rigidissime che gli prepara il professore Alfredo Stecchi. Un training psicologico curato da Barbara Gilardoni e Giovanna Zaccardi, due docenti dell'università La Sapienza. Stanno valutano l'ansia e l'umore di Enrico e degli altri cinque atleti prima della discesa nel golfo di Cala Feola. Lo faranno durante quei dieci giorni e lo faranno anche per qualche settimana dopo.

Ma non saranno soltanto loro ad "assistere" gli "Acquanauti". Il progetto è molto articolato, c'è un "protocollo medico". Gli atleti sono stati "sezionati" a blocchi. Ogni pezzo del loro corpo è diventato un "distretto". C'è quello dermatologico e quello cardiovascolare, quello "testa-collo" e quello ormonale. Li stanno preparando al meglio i sei sub. "E li terremo costantemente sotto controllo anche durante la prova", dice Corrado Costanzo, il responsabile del Centro iperbarico romano e coordinatore dell'intero staff medico delle dieci giornate sotto il mare di Ponza.

Accanto all'"appartamento" in profondità sarà calata una campana di acciaio con un grande oblò, tre metri e sessanta centimetri di larghezza e quasi un metro e ottanta di altezza. Lì dentro, per qualche minuto, gli "Acquanauti" entreranno ogni quattro o cinque ore. Per i loro bisogni fisiologici, per rifocillarsi, per cambiarsi le mute. E lì dentro si faranno trovare a turno i medici che preleveranno loro il sangue, che accerteranno gli effetti dell'acqua sulla loro cute, che verificheranno le loro condizioni mentali. "Il controllo cardiaco sarà invece assicurato 24 ore su 24 con la strumentazione, così come la quantità di ossigeno nel sangue", annuncia ancora il professore Costanzo. I sub che scenderanno laggiù non avranno segreti per l'equipe dei medici che staranno intorno, sotto e sopra il mare. Ci sarà perfino un oculista subacqueo. Quante possibilità ci sono che un uomo e una donna resistano per dieci giorni a meno sei-otto metri? "Qualche speranza c'è", risponde il responsabile del Centro iperbarico romano. E quali sono invece i rischi? "Quello di embolia non esiste perché siamo ad una piccola profondità, anche se dopo tutti quei giorni bisognerà fare qualche piccolo calcolo prima di farli risalire. L'unico rischio vero che è che si addormentino e che anneghino per una diminuzione di ossigeno al cervello. Ma noi saremo là, vicino a loro dal primo all'ultimo secondo".

I sei che si stanno allenando sperano tutti di farcela. Solo i due più "idonei" avranno però la chanche di vivere la più lunga immersione mai tentata prima. C'è il manager dell'"Explorer Team Pellicano" Pierfranco Bozzi, c'è Enrico, e poi c'è anche Fabio Pajoncini, un altro sub che nell'ottobre del 2004 ha raggiunto i 202 metri di profondità in "circuito autocontenuto", in pratica solo con sette bombole in spalla e senza aiuti esterni lungo la discesa e poi la risalita. E ci sono anche Stefania, Stefano e Marzia. Chi starà meglio si accomoderà nell'"appartamento". A ognuno di loro in questi giorni provano a "pulire" le vie respiratorie con trattamenti medici. Non è consentito neanche il più piccolo raffreddore o un po' di catarro, da qui a settembre. E sondano sempre il loro stato d'animo, le loro inquietudini.

Enrico Cerabino sembra tranquillo. E sogna: "L'uomo ha provato ad andare fino sulla Luna, perché allora non provare anche a vivere sott'acqua?. E quest'avventura non la sto tentando per superare un record ma è altro che mi ha spinto". E poi sussurra: "Io so che quando vado giù per qualche ora sto bene, benissimo. E allora mi sono detto: se riesco a starci dieci giorni, vuol dire che starò ancora meglio".

Da'Repubblica'

2.6.05

Fatta l'Europa....



...facciamo gli Europei.

Ma insomma, dopo quest'altro sonoro ceffone che le nazioni europee hanno inflitto per mano dei propri cittadini ai principi stessi dell'Unione, mi pare difficile.

A mio avviso si sta pagando a caro prezzo (come e' giusto che sia) un processo che e'politico nel senso deteriore del termine, in cui non si e'cercato se non marginalmente il consenso popolare. Non c'e' stata adeguata informazione, ne'consultazione.

E alla fine, se non si ha l'appoggio dei cittadini, si rischia di far fallire gran parte degli investimenti finanziari ma sopratutto intellettuali fatti sinora.

Opinioni?