30.12.05

Happy new year



Sono il blogger peggiore della terra.

Ma non e' tutta colpa mia: mi fanno lavorare come un totano, e non ho un secondo per aggiornare il blog.

Non faro' una 'new year resolution' per promettermi di scrivere di piu', perche' porta male, pero' ci provero'.

Vi faccio i migliori auguri per un 2006 pieno di qualsiasi cosa desideriate, e vi lascio con un filmino natalizio che ci ricorda di essere tutti piu' buoni.

Buon anno, davvero.

28.11.05

La novita'



Salve a tutti.
anche qui, con anni di ritardo rispetto all'Italia (una volta tanto) sono arrivati i pendolini (intesi come treni). Senza voler scavare nelle implicazioni di carattere trasportistico degli stessi, mi limitero' a dire che non riesco a giocare con la PlayStation Portatile perche' mi viene da vomitare. Quindi come sto impiegando questa oretta e mezza che mi ci vuole per arrivare a birmingham? Rivedendo il mio blog. La prima novita' e' che ne ho rinfrescato la veste grafica. Vi piace? La seconda (e non in termini di importanza) innovazione e' che d'ora in avanti il blog sara' parte del mio nuovo sito, www.gangemi.co.uk. Siccome non mi azzardo ad invitarvi a discutere l'argomento (me so' abbastanza rotto), entra in gioco questo fantastico piccolo questionario che segue la mia elucubrazione odierna. Ho delle idee per il sito, e per cosa mi piacerebbe farci - pero' vorrei capire un po' meglio le cose prima di fare alcune scelte a lungo termine. Voi, miei amici storici o visitatori occasionali, che ci fate con internet? come lo usate? Quindi se avete qualche minuto (o anche solo qualche secondo) per rispondere alle domandine che seguono ve ne saro' eternamente ed infinitamente grato. I risultati verranno pubblicati in uno dei blog a venire.

Cliccate qui sotto per accedere al questionario







 

1.11.05

PPP



Pasolini moriva trent'anni fa. Qualche giorno fa se n'e' andato, con meno clamore, anche Sergio Citti, che ho avuto la fortuna di incontrare quando se ne andava a pesca con la sua barchetta dalla darsena di Fiumicino. E siccome neanch'io mi sento troppo bene, e sono a casa a letto con l'influenza, vi giro questo articolo di Giovanna Zucconi dalla Stampa di oggi, che mi sembra meritorio per la poca retorica. Prima dell'articolo, vorrei solo citare una frase che Pasolini scrisse nel 1962 "L'Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo."


PIER Paolo Pasolini è una statua. È una colossale statua di gesso, cinque metri di altezza per cinquemila chili di massa biancastra, che compare in un campo a tre ragazzi, due scappano e il terzo invece si arrampica, penetra nel cervello del poeta e lì si ferma a riposare, finché la testa di PPP non esplode: così in un video di Paolo Chiasera, artista bolognese, nato nel 1978. Oppure è un bronzo trasportato in autostrada su un'Ape Piaggio, una statua metallica che cade, si ammacca, viene rialzata e portata via lontano: è un'immagine di Federico Zeri rievocata, o riesumata, da Nicola Lagioia, scrittore, nato nel 1973.

PPP: Pasolini Per i Posteri. Mentre la grancassa mediatica celebra il trentennale della morte (avvenuta nella notte fra il 1° e il 2 novembre 1975), chi è Pier Paolo per chi non l'ha vissuto da vivo, per chi è nato quando lui moriva? O, piuttosto: che cosa è? Un'effigie, un'icona, un monumento. «Tutto quello che un giovane scrittore di romanzi deve fare», ha scritto recentemente Nicola Lagioia in occasione di un'ennesima polemica postuma Pasolini-contro-Moravia (troppo clamore sul primo, troppo oblio sul secondo), «è affondare i dentini nel marmo delle statue, succhiare il sangue dei grandi del passato se ne ha forza, prendere quello che gli serve e gettare via il resto, in silenzio ma con passione, pervicacia, persino con cinismo. I semidei in questione, riconoscendo in questa pratica crudeltà e disperazione in tutto simile alla loro, non potranno non sorridere benevoli».
Marmo, bronzo, gesso, cemento. Materiale inorganico, eppure metabolizzato con vigore e catapultato verso il futuro. The Following Day, Il giorno dopo, è il titolo del video in 16/9 di Paolo Chiasera, cinque minuti di visionarietà proiettati a Palazzo Cavour a Torino per la mostra Il bianco e altro e comunque Arte. Pasolini, spiega l'autore, «è un'apparizione, un'enorme statua da cui escono fiamme altissime (come un'eco di Petrolio). Tre i ragazzi davanti ai quali si materializza nella campagna bolognese, così come tre erano forse le persone che l'hanno ucciso all'Idroscalo di Ostia. Un'immagine che crea un orifizio mentale, attraverso il quale uno dei tre entra nel cervello di Pasolini». Ma perché proprio lui? «Perché è un monumento dei nostri giorni, un personaggio fuori dai partiti del quale ho, abbiamo, memoria: ma una memoria sentimentale».

Pasolini icona. O Pasolini feticcio: «La sua morte non può non impressionare, è la morte perfetta per creare un feticcio, ucciso da uno dei suoi ragazzi di vita, è un cerchio che si chiude», dice Lagioia. «Senza confondere le poetiche, che sono diversissime: la morte di Pasolini è come la morte di Kurt Cobain, il divo del rock. Scattano le stesse dinamiche sacrificali». E il complotto, l'ipotesi o per molti la certezza che Pier Paolo non l'abbia ucciso soltanto Pino Pelosi? «Non credo che si possa applicare alla sua morte quel celebre “io so” che lui pronunciò sulle stragi di Stato, non possiamo sapere che è stato ammazzato da un gruppo di fascisti perché siamo intellettuali, altrimenti saremmo legittimati a leggere per ipotesi tutta la storia italiana».

Il feticcio, l'icona, la memoria tramandata in maniera retorica, l'immagine santificata, il Pasolini da memorial day: tutto utile ma soltanto come specchietto per le allodole, ripete Lagioia che in Occidente per principianti ha demolito il giornalismo-spettacolo, purché poi si parli di quello che conta davvero. E quello che conta davvero è la letteratura, la questione estetica. Cioè, per lui, soprattutto il Pasolini poeta.

E come ha conosciuto Pasolini, il poeta e il corsaro un romanziere che all'epoca dell'omicidio all'Idroscalo aveva due anni, e che è cresciuto a Bari in una famiglia in cui a stento entravano i quotidiani? «Memorie dirette zero, memorie di seconda mano o legate ai luoghi neppure, fossi nato a Roma magari mi sarei invece imbattuto nel barista del Pigneto che ha visto girare Accattone, e comunque anche quella sulla Roma pasoliniana è ormai soltanto retorica, continuano a celebrarla ma non esiste più, le borgate non esistono più, sono dei non-luoghi con Ikea e le multisale. Niente luoghi, niente incontri: rimangono soltanto (soltanto?) i libri. «Ero un pazzo che frugava nelle librerie, e frugando mi sono imbattuto in un'antologia poetica peraltro scadente, ho letto qualche verso di Pasolini e ho pensato: "oh, però! È bravo!", senza sapere chi fosse. Poi di libro in libro, leggendoli non in ordine cronologico, senza essere contemporaneo alla loro uscita, mi sono affezionato al Pasolini poeta, tutto, e al Pasolini corsaro e "luterano", per niente al romanziere. Petrolio è sintomatico per capire la disperazione con cui leggeva l'Italia, ma nel romanzo prima di Pasolini metto Gadda, Bufalino, Busi, Arbasino».

E, per una volta, c'è anche la televisione, a costruire la memoria di uno scrittore: «La Rai mandava vecchi filmati, mi si è impressa la memoria, non di prima ma forse di quinta mano, di Pasolini insieme a Ezra Pound, Pasolini che legge Pound ("quello che veramente ami è la tua vera eredità") mentre Pound tace. E poi Accattone, che non è un film neorealista...».

Fotogrammi d'epoca, per chi è nato e scrive in un'altra epoca. Tutti, destra e sinistra, dice Lagioia, cercano di tirare dalla loro parte Pasolini, «forse la figura del secondo Novecento più strumentalizzabile», mentre i nostalgici sacerdoti del culto lo incrostano di retorica («Davvero a Roma non è successo altro dal '75 in poi?»): ma la sua grandezza sta proprio nella sua contraddittorietà, irriducibile alle ideologie. Per questo, «bisognerebbe semplicemente dire chi era»: semplicemente, leggerlo, «staccando con lo scalpello dell'ostinazione frammenti di sapienza e guano dal monumento». Non celebrazioni ma elaborazione del lutto e confronto fecondo, fuori dagli anniversari. Non è una statua, Pasolini.

11.10.05

Piccolo spazio pubblicita'



Sono certo che avrete condiviso il mio sgomento nell'apprendere la terribile notizia sulla atroce decisione della Ferrero di rimpiazzare il bambino della Kinder.

Io pero' volevo sollevare il velo sulle tante altre pubblicita'che sono state rimpiazzate con molto meno clamore ma lasciando dietro la stessa desolazione.

Che dire di pippo?

O delle figurine di Calimero, che puzzavano di detersivo vita natural durante?

E la vita moderna, forse logora meno di allora quando solo un cynar ci poteva salvare?

E i sexy occhiali, dove si comprano oggigiorno?

5.10.05

Il sogno di tutti....



Il sogno di tutti e' di essere migliori.

Questo puo' significare piu'buoni, piu' adulti(ma che vuol dire poi?), piu' alti, piu'biondi, con gli occhi piu'azzurri, piu'attori, piu'cantanti, piu'giovani, di sesso diverso, piu'volgari o piu'cretini o magari piu'cattivi.

Ebbene, vi do una possibilita'.

Cliccate qui, createvi un'identita', e date libero sfogo alle vostre pulsioni.

E mi raccomando, chi piu'ne ha piu'ne metta, che se le merita tutte!!!

7.9.05

Vent'anni



Vent'anni. Ben portati, ma pur sempre vent'anni.
Come spesso accade, sono stato fatto volontario. Questa volta si tratta dell'organizzazione di una riunione per il ventennale della quarta effe.



Allora, intanto cominciamo in ritardo, visto che la cosa si svolgera' nel weekend a cavallo tra settembre ed ottobre, quindi con circa due settimane di ritardo sulla data 'vera' dell'anniversario.

Quindi proporrei di usare questo blog come riferimento per scambiarci idee sul da farsi, sul chi invitare, e sul quando farlo - tra la sera del venerdi' 30 di settembre (peccato che non e' il 29, senno'biondo avrebbe subito accennato a sedutoinquelcaffe'iononpensavoate) o sabato 1 di ottobre.

A voi la palla (metaforicamenDe).

18.8.05

Bluetooth Star Trek Barbie



Per tutti voi che siete schiavi della tecnologia e che non potete fare a meno dell'ultimo gadget eccovi Bluetooth Star Trek Barbie.

Potete comprarla su Ebay, ma sbrigatevi perche'ha gia' raggiunto 35 dollari, e mancano ancora 8 giorni alla fine dell'asta. Funziona da ricevitore per il vostro cellulare, e non si puo'dire che passi inosservata.

Mi sembra opportuno riportare la risposta del venditore alla domanda lecita su come si 'impugni' la bambola per parlare: la maniera piu' ovvia e'di mettere l'orecchio sulla pancia della Barbie e tenerla con la testa in giu' e le gambe per aria.

Comprare per credere....

5.8.05

Per fare, per crescere...



...per essere liberi.

“È il primo governo che non ha inventato nuove
tasse e che le ha diminuite a tutti gli italiani”

“Ha avviato le grandi riforme strutturali (pensioni,
lavoro, scuola, grandi opere, immigrazione, ecc.)
indispensabili per modernizzare il Paese e per
affrontare il nuovo contesto economico e politico mondiale”

“Ha saputo affrontare con capacità e fermezza
situazioni nazionali e internazionali molto
difficili, le peggiori negli ultimi trent'anni”

“Ha fatto crescere l'occupazione nonostante
le difficoltà dell'economia nazionale e internazionale”

“Ha spinto i paesi europei a contrastare insieme
l'invasione dei prodotti cinesi”

“Ha difeso con forza e con successo gli interessi
italiani in Europa”

“Ha accresciuto il prestigio dell'Italia nel mondo”

...e soprattutto....

“Non si è piegato ai poteri forti”


Se volete scaricare i 45 punti in PDF (non potete andare in vacanza senza!) questo e' il
link
.

27.7.05

Fermate quell'uomo!



Questa e'una scansione dal Guardian di ieri.

Ma perche' il biondo e' venuto in Inghilterra e non me l'ha detto?

19.7.05

Le corna di Bossi



Ricominciamo dopo questa pausa estiva piu'lunga del previsto, fatta di bombe e non bombe, con una vicenda veramente preoccupante.

I livelli di delazione politica cui si giunge in Italia sono sempre piu'preoccupanti.

L'ultima voce millantatoria che mi e'giunta da uno dei miei contatti del nord, e'che da fonti certe si sia saputo che al Bossi gli sia preso il coccolone mentre si sollazzava con la Corna (intesa come Luisa) in un albergo della sua ridente Padania.

E che la gravita'del suddetto coccolons sia dovuta al fatto che il poverino sia stato portato a cas in macchina dall'autista cosicche' l'ambulanza lo raccogliesse dal suo indirizzo abituale piuttosto che dall'albergo - e questo per evitare voci atroci come quelle a me giunte.

Figuriamoci se puo'essere vero....

22.6.05

Chiusura estiva



Questo blog va in vacanza fino al 4 luglio.

Statemi bene

17.6.05

Elezioni in Iran



Questo e'un articolo interessante trovato sul 'Corriere della Sera' di oggi.

«Teheran si sveglierà come tutti gli altri giorni, profondamente disillusa». Un anonimo lascia questo messaggio su uno dei 70 mila blog in Farsi - la lingua dell'Iran - presenti in Rete. Così, tra disinteresse e la sensazione che il voto di venerdì 17 giugno non cambierà un presente di restrizioni, la new generation persiana che naviga sul web si prepara sfiduciata all'appuntamento elettorale che dovrà stabilire chi sarà il successore di Khatami, eletto nel 1997.

SFIDUCIATI - Sembra quasi che il sentimento del popolo di Internet stia lì a confermare le analisi degli esperti: la bassa affluenza ai seggi è la previsione più certa per le elezioni della Repubblica islamica dell'Iran. La convinzione di chi scrive sui diari on line nasce dall'esperienza passata. Insomma - è la vulgata - chi continuerà ad avere l'ultima parola sulle decisioni politiche sarà sempre il Consiglio dei guardiani della rivoluzione, ovvero i dodici religiosi che hanno possibilità di veto su qualsiasi legge.

CANDIDATI ON LINE - Tuttavia le elezioni presidenziali 2005 contengono in sè un elemento di novità assoluta. Sono le prime dell'era Internet. Tutti gli otto candidati in lizza, anche quelli radicali religiosi, si sono scoperti appassionati delle nuove tecnologie e hanno aperto un sito. Anche la guida suprema Ali Khamenei ha la sua pagina personale con tanto di album delle foto e la rassegna completa dei discorsi più celebri. Una propagarsi frenetico che giustifica la battuta secondo cui se «l'ayatollah di ferro» Khomeini fosse vivo avrebbe anche lui un indirizzo Internet. Hossein Derakhshan, primo iraniano ad avere messo in Rete - tre anni fa - un blog (www.hoder.com) lo spiega così: «I politici utilizzano la Rete per influenzare l'elettorato. In Iran non era mai accaduto prima».

PROPAGANDA - Esempi? I fans di Rafsanjani, il candidato che i sondaggi danno nettamente in testa, fanno proselitismo diffondendo sul web la foto che lo ritrae mentre è intervistato dall'attore americano Sean Penn, inviato speciale del San Francisco Chronicle a Teheran. L'ex capo della polizia Mohammed Reza Qalibaf si serve di Internet per invitare a giovani «ad essere gioiosi» e mette a disposizione dei lettori l'indirizzo di posta elettronica (info@qalibaf.com). Il diario più visitato è pero quello di Mostafa Moin, candidato del partito riformista Islamic Iran Participation Front (IIPF), su cui compaiono slogan del tipo: «Ti ricostruisco patria mia».

NUMERI - Il perché di questo innamoramento politico per la Rete è presto spiegato. Con i numeri. Secondo uno studio della Stanford University, pubblicato su Usa Today, gli utenti iraniani che si collegano sulla Rete sono quasi 5 milioni ma potrebbero diventare 15 entro il 2005. I navigatori, che hanno un'eta compresa tra 21 e 32 anni, e il 14% di essi - è la stima dei ricercatori universitari americani- si collega almeno per 38 ore a settimana, rappresentano quindi un bacino di voti che fa gola a tanti, laddove due terzi dell'elettorato attivo del Paese ha meno di 30 anni.

POESIE E CALCIO - Peccato però che loro, i potenziali elettori, siano abbastanza indifferenti a tanto movimentismo. Sui siti più cliccati,
(www.gooya.com o www.iranian.com) si parla più di calcio e di poesia che di politica. In Rete è pieno di foto scattate con il telefonino di gente in piazza a festeggiare la rete di Mohammad Nosrati contro il Bahrain che ha consentito alla Nazionale di staccare il biglietto per i Mondiali del 2006 in Germania. Su Orku, la community on-line, è tutto un fiorire di versi del tipo: «Il sole s'infiamma», e di citazioni di poeti iraniani. Del voto non c'è traccia.
LA CENSURA - Disaffezione per la politica? Anche, ma è essenzialmente la paura a far sì che gli internauti iraniani non s'addentrino in certe discussioni. La tagliola della censura è infatti sempre lì, in agguato. Dalle elezioni parlamentari del febbraio 2004 l'uso di filtri per limitare l'accesso alla rete è andato crescendo, insieme alla repressione. Reporters San Frontières ha calcolato che sono stati bloccati 10 mila siti e chat. A novembre del 2004 il regime ha fatto sentire il suo pugno. Venti bloggers sono finiti in manette per «attività contro-rivoluzionarie» e «comportamenti contrari alla religione».

10.6.05

Hai visto, Davide...



..che Clementina e' tornata?

Sono molto contento, per te e per lei...

A presto

9.6.05

Priceless



dedicato, oggi con un po' piu' di speranza, a Davide Cantoni.

6.6.05

30 anni di Pimpe



La Pimpa compie 30 anni.

Nata dalla matita di Altan nel Giugno del 1975, ha ormai accompagnato l'infanzia di varie generazioni.

Io me la ricordo, e credo che fosse proprio agli inizi della sua carriera.

E voi?

3.6.05

Acquanauti



Loro la chiamano "esplorazione" ma in fondo in fondo vogliono vivere come i pesci. E nuotare e inseguirsi sott'acqua, giocare, dormire anche là sotto. A sette metri di profondità e per dieci giorni. Senza sentire mai l'aria che sbatte in faccia e senza vedere mai la luce del sole neanche per un momento. Sono già pronti per immergersi, sono sicuri che ce la faranno a resistere per tutto quel tempo in mare. Si stanno preparando in sei ma alla fine saranno solo due gli "Acquanauti", un uomo e una donna.

Sono mesi che fanno le prove in una piscina sull'Aurelia. E sono mesi che allenano il loro corpo e soprattutto la loro mente. Specialisti di ogni branca della medicina indagano su cuori, muscoli, ormoni, timpani, polmoni, sul sangue e sui nervi. Saggiano tutti i limiti dei sub, tentano di capire se davvero sopporteranno 240 ore di "ambiente sottomarino", il caldo e il freddo delle correnti, i lunghi silenzi, le oscurità, l'abisso. Ma intanto c'è già una data, hanno fissato il giorno in cui scenderanno giù. Mercoledì 7 settembre. Di mattina si butteranno tra gli scogli di Cala Feola, nella parte a nord ovest dell'isola di Ponza. E se tutto andrà bene, risaliranno felici sabato 17. Così i due sub che saranno scelti per quest'impresa proveranno a diventare pesci.

Il progetto è dell'"Explorer Team Pellicano", costa 300 mila euro, è un viaggio a metà tra l'avventura estrema e l'esperimento scientifico che sta coinvolgendo una settantina di atleti, medici, artigiani, produttori di mute, biologi, costruttori di apparecchiature subacque, fotografi, cameramen. "E' la prima volta che si tenta un'esperienza del genere, qualche anno fa negli Stati Uniti qualcuno è rimasto per 107 ore ma in una vasca d'acqua dolce, tutt'altro habitat", spiega Pierfranco Bozzi, il team manager dell'operazione in fondo al mare e lui stesso uno di quelli che stanno addestrandosi per quei dieci giorni di settembre.
E' quasi tutto deciso per calarsi laggiù. Macchine sperimentali, nuovi equipaggiamenti, sofisticati strumenti medico-diagnostici portatili. Gli "Acquanauti" ormai fanno il conto alla rovescia. E studiano e ristudiano nei particolari ciò che accadrà a Ponza. L'aria la prenderanno da su, trasportata dentro i loro erogatori o i loro mascheroni "gran facciale" attraverso le "fruste", lunghi tubi che convoglieranno l'ossigeno dai compressori ben allineati su alcune barche. Non useranno bombole, troppo ingombranti, troppo pesanti per tenerle sempre addosso. E dentro i mascheroni avranno microfoni per comunicare tra loro e con gli altri che stanno in superficie, quelli che monitoreranno la loro vita nell'acqua.

Prima scenderanno a 6 metri e poi un po' più giù, fino a quando si sistemeranno con più agi per la loro permanenza sotto il mare. E' lì che sarà allestito quello che diventerà il loro "appartamento". Su una piattaforma di cemento ben ancorata al fondo saranno fissati due letti, un divano e difronte anche una televisione, alcune sedie, un tavolo. E poi un tapis roulant e una cyclette. "Dobbiamo passare il tempo e fare qualche ora di sport servirà sicuramente a distrarci", racconta Enrico Cerabino, istruttore sub proprio sull'isola di Ponza e uno dei sei selezionati per questo tentativo. L'"appartamento" avrà un quadrato di 12 metri e mezzo per lato. E in ogni angolo ci saranno due telecamere fisse che riprenderanno ogni momento dell'avventura, ogni gesto degli uomini - pesce. Saranno spiati istante dopo istante mentre giocheranno anche a carte o a dama, mentre leggeranno libri, oggetti plastificati fatti apposta per loro. E se ne avranno voglia, potranno vedere via cavo pure qualche film. "La tenuta fisica sarà importante, ma ancora più decisiva sarà la nostra capacità nervosa, mantenere l'equilibrio per resistere là sotto", dice ancora Enrico mentre svela come si sta avvicinando al 7 settembre.

Una dieta che cambia di mese in mese da febbraio, seguito da Ivo Pulcini, lo specialista dei piloti della Formula Uno e dei ciclisti del Giro d'Italia. Una preparazione atletica che sta portando sempre più in basso il suo battito cardiaco, tabelle rigidissime che gli prepara il professore Alfredo Stecchi. Un training psicologico curato da Barbara Gilardoni e Giovanna Zaccardi, due docenti dell'università La Sapienza. Stanno valutano l'ansia e l'umore di Enrico e degli altri cinque atleti prima della discesa nel golfo di Cala Feola. Lo faranno durante quei dieci giorni e lo faranno anche per qualche settimana dopo.

Ma non saranno soltanto loro ad "assistere" gli "Acquanauti". Il progetto è molto articolato, c'è un "protocollo medico". Gli atleti sono stati "sezionati" a blocchi. Ogni pezzo del loro corpo è diventato un "distretto". C'è quello dermatologico e quello cardiovascolare, quello "testa-collo" e quello ormonale. Li stanno preparando al meglio i sei sub. "E li terremo costantemente sotto controllo anche durante la prova", dice Corrado Costanzo, il responsabile del Centro iperbarico romano e coordinatore dell'intero staff medico delle dieci giornate sotto il mare di Ponza.

Accanto all'"appartamento" in profondità sarà calata una campana di acciaio con un grande oblò, tre metri e sessanta centimetri di larghezza e quasi un metro e ottanta di altezza. Lì dentro, per qualche minuto, gli "Acquanauti" entreranno ogni quattro o cinque ore. Per i loro bisogni fisiologici, per rifocillarsi, per cambiarsi le mute. E lì dentro si faranno trovare a turno i medici che preleveranno loro il sangue, che accerteranno gli effetti dell'acqua sulla loro cute, che verificheranno le loro condizioni mentali. "Il controllo cardiaco sarà invece assicurato 24 ore su 24 con la strumentazione, così come la quantità di ossigeno nel sangue", annuncia ancora il professore Costanzo. I sub che scenderanno laggiù non avranno segreti per l'equipe dei medici che staranno intorno, sotto e sopra il mare. Ci sarà perfino un oculista subacqueo. Quante possibilità ci sono che un uomo e una donna resistano per dieci giorni a meno sei-otto metri? "Qualche speranza c'è", risponde il responsabile del Centro iperbarico romano. E quali sono invece i rischi? "Quello di embolia non esiste perché siamo ad una piccola profondità, anche se dopo tutti quei giorni bisognerà fare qualche piccolo calcolo prima di farli risalire. L'unico rischio vero che è che si addormentino e che anneghino per una diminuzione di ossigeno al cervello. Ma noi saremo là, vicino a loro dal primo all'ultimo secondo".

I sei che si stanno allenando sperano tutti di farcela. Solo i due più "idonei" avranno però la chanche di vivere la più lunga immersione mai tentata prima. C'è il manager dell'"Explorer Team Pellicano" Pierfranco Bozzi, c'è Enrico, e poi c'è anche Fabio Pajoncini, un altro sub che nell'ottobre del 2004 ha raggiunto i 202 metri di profondità in "circuito autocontenuto", in pratica solo con sette bombole in spalla e senza aiuti esterni lungo la discesa e poi la risalita. E ci sono anche Stefania, Stefano e Marzia. Chi starà meglio si accomoderà nell'"appartamento". A ognuno di loro in questi giorni provano a "pulire" le vie respiratorie con trattamenti medici. Non è consentito neanche il più piccolo raffreddore o un po' di catarro, da qui a settembre. E sondano sempre il loro stato d'animo, le loro inquietudini.

Enrico Cerabino sembra tranquillo. E sogna: "L'uomo ha provato ad andare fino sulla Luna, perché allora non provare anche a vivere sott'acqua?. E quest'avventura non la sto tentando per superare un record ma è altro che mi ha spinto". E poi sussurra: "Io so che quando vado giù per qualche ora sto bene, benissimo. E allora mi sono detto: se riesco a starci dieci giorni, vuol dire che starò ancora meglio".

Da'Repubblica'

2.6.05

Fatta l'Europa....



...facciamo gli Europei.

Ma insomma, dopo quest'altro sonoro ceffone che le nazioni europee hanno inflitto per mano dei propri cittadini ai principi stessi dell'Unione, mi pare difficile.

A mio avviso si sta pagando a caro prezzo (come e' giusto che sia) un processo che e'politico nel senso deteriore del termine, in cui non si e'cercato se non marginalmente il consenso popolare. Non c'e' stata adeguata informazione, ne'consultazione.

E alla fine, se non si ha l'appoggio dei cittadini, si rischia di far fallire gran parte degli investimenti finanziari ma sopratutto intellettuali fatti sinora.

Opinioni?

31.5.05

Proprieta' intellettuale /2



«Contro la pirateria bastano le tecnologie»
L’ingegner Leonardo Chiariglione, padre degli Mp3,
sostiene una soluzione software «dal volto umano»

Dati i corretti presupposti, c’è sempre una soluzione a un problema ben formulato». L’ingegnere torinese Leonardo Chiariglione, dopo aver lavorato per trent’anni nei laboratori di ricerca Cselt (oggi Telecom Italia), da quattro anni a questa parte si è trasferito al Cern di Ginevra a lavorare alla fondazione no-profit per il Digital Media Project (www.dmpf.org).

«La mia proposta? Una piattaforma di gestione dei diritti digitali che, per il beneficio di tutti, sia compatibile con tutti i sistemi». Si irrita, l’ingegner Chiariglione, se la sua visione non entusiasma la platea di esperti avvocati e accademici di diritto riuniti dal 25 al 27 maggio alla Fondazione Agnelli per il corso «iLaw» di Harvard.

«Mi sento responsabile per aver inventato gli standard di compressione audio Mp3 e video Mpeg che adesso tutti utilizzino per piratare musica e film» spiega. «Vorrei che gli utenti potessero beneficiare delle nuove tecnologie senza per questo permettere ai ladri di rubare la proprietà intellettuale altrui».

Chiariglione alla fondazione Dmpf è il padrino del sistema «Drm» (Digital Rights Management), che offre una soluzione tecnologica per proteggere il diritto degli autori e degli editori ai guadagni attraverso il sistema del copyright, e il diritto di tutti a non perdere la privacy. Secondo Chiariglione, insomma, la soluzione per controllare l’uso e l’abuso delle tecnologie sta in altrettante tecnologie.

La parola chiave, sottolinea, è «interoperabilità», perchè «la catena del valore deve essere condivisa, altrimenti non c’è valore»: e ci vuole innovazione continua, «perchè non esiste un sistema Drm universale, così come non c’è un modo universale di fare affari con i media».

Per semplificare, la tecnologia Drm è come un sofisticato lucchetto alla porta per evitare che gli intrusi entrino. A chi obietta che i lucchetti si possono sempre rompere, e che il mondo è pieno di «cracker» che eludono le protezioni software, trasecola: «Ma se c’è un lucchetto, gli utenti capiranno che è vietato entrare. Nella nostra società, la maggioranza rispetta le norme, non si vede perchè non debba farlo anche nel cyberspazio». Ma allora perchè mettere i lucchetti, non basta mettere un cartello con scritto «Vietato entrare»? «Purtroppo i cartelli si stanno rivelando poco efficaci, la gente finchè non ha un impedimento fisico, si sente autorizzata a procedere. A questo punto, visto che il criptaggio già si fa, tanto vale cercare almeno di farlo dal volto umano».

Ecco allora come funziona in sostanza il sistema di criptaggio che sta mettendo a punto Chiariglione: se avete noleggiato un cd o un dvd, dopo il periodo consentito per il suo utilizzo, un programma interno lo disattiverà, rendendolo inutilizzabile. Idem per i siti Web: se vi scaricate un brano non autorizzato, non riuscirete a vederlo o ascoltarlo.

Per tutelare anche il diritto a copiare, Chiariglione ha istituito un lungo elenco di cosiddetti «Tru» (=Traditional Rights and Usages), cioè «gli usi e i diritti tradizionali» che devono essere consentiti: «Ditemi quali sono gli usi delle copie che volete restino leciti, e ve li farò includere nel progetto» conclude Chiariglione, esasperato da chi gli obietta che la trasgressione in una democrazia non può essere impedita con la tecnologia. «Dati i corretti presupposti, c’è sempre una soluzione a un problema ben formulato»: la sua soluzione non fa una grinza, se non fosse che sono i presupposti che lasciano perplessa la platea.

«In democrazia va difesa
la libertà di trasgredire»
Terry Fisher, professore di cyber-legge a Harvard, è
contrario a criminalizzare chi copia e lancia una proposta

Peccato che Leonardo Chiariglione non sia rimasto a vedere questi prodotti creativi, nati in virtù del fatto che gli artisti hanno potuto copiare» commenta asciutto il professore di Harvard William Fisher III, soprannominato «Terry» in virtù di quell’altolocato «terzo». Accende Internet, sul monitor compaiono filmati in tecnologia DiVx e la sala si riempie di musica: sono esempi di «mash-up» e «re-mix», i nuovi generi artistici contemporanei all’avvento dell’elettronica nella musica e nei video.

Il primo filmato, scaricato da Internet, è una storia artistica piena di poesia composta da un bricolage di cartoni animati giapponesi e un brano di David Bowie di sottofondo; gli altri due filmati invece sono di satira. Nel primo, sulla campagna elettorale Usa, il procuratore generale John Ashcroft in conferenza stampa grazie a un’abile rimanipolazione della voce annuncia l’invasione degli Usa da parte di Bin Laden, e uno schermo gigante incita: «Osama wants you to vote Kerry». Nell’altro, contro la guerra in Iraq, grazie a brani di telegiornali sapientemente montati George Bush e Tony Blair si cantano una canzone d’amore con la voce di Michael Jackson.

«Queste opere non sono copie fatte da parassiti della società, che vivono della creatività degli altri, sono creazioni completamente nuove. Eppure sono illegali» spiega Fisher, perchè utilizzano materiale coperto da diritti d’autore. Ma con le nuove tecnologie annunciate da Chiariglione per proteggere la proprietà intellettuale, non sarebbero state possibili. Eppure in una democrazia, deve essere possibile trasgredire la legalità». La libertà di espressione attraverso la trasgressione genera spesso creatività, anche se illegale: basta guardare ai graffiti sui muri. Ci penserà poi il giudice, in un tribunale democratico, a valutare se quella trasgressione era necessaria, se ha fatto dei danni a qualcuno, e come deve essere punita.

Che per spiegare meglio il suo punto di vista, fa questo esempio: «Non c’è alcun meccanismo software che ci impedisce di superare i 130 all’ora in autostrada, eppure secondo la legge è vietato andare oltre quella velocità. Ma se nostra moglie è incinta e sta male, la maggior parte di noi spingerà sull’acceleratore in barba alla legge. E’ un nostro diritto: sarà il giudice a stabilire se siamo punibili e in quale misura. Ma con i Drm, l’acceleratore sarebbe bloccato a 130. Ci piacerebbe un mondo così controllato a priori?».

E’ lo spettro del Grande Fratello. Fisher, con il suo aspetto da moderato professore «liberal», è lontano dall’auspicare la rivoluzione e tantomeno l’illegalità. Si limita a segnalare i punti deboli di chi propone soluzioni tecnologiche così come di chi propone soluzioni legislative. «La tecnologia è neutra, non è nè buona nè cattiva, siamo noi a dover trovare un giusto equilibrio». Nel suo libro «Promises to keep» («promesse da mantenere», due capitoli sono scaricabili gratis da www.promises-to-keep.org) mostra le grandi opportunità offerte da Internet sia ai creatori che ai consumatori di cultura e divertimento, le energie disperse a opporre resistenza, e l’alternativa secondo lui possibile per uscire dall’empasse: un sistema di compensazione alternativo che prevede una piccola tassa mensile, «secondo i miei calcoli bastano circa 4 euro a famiglia», per ripagare gli autori e permettere ai consumatori di scaricare liberamente tutto. Ma la platea è d’accordo con lui: è la proposta più bella, ma anche quella che ha meno probabilità di venire presa in considerazione.

Da La Stampa Web

26.5.05

Forza Milan



Scusate per l'assenza di ieri (ero fuori per lavoro) eccomi a gioire con voi per questo splendido risulato della Squadra Nazionale del Presidente del Consiglio.

Indimenticabile serata.

Se volete lasciare un messaggio di amicizia, un attestato di stima, o anche solo una parola di conforto potete farlo qui o qui.

Questo blog riprendera'martedi' prossimo dopo il break per il bank holiday weekend.

Mi raccomando, tornate.

Dedicato, anche oggi, a Davide Cantoni.

24.5.05

Non potevo esimermi...

... e quindi per la serie '15 minuti di notorieta'' eccovi una (breve) rassegna stampa delle principali testate giornalistiche mondiali sull''affaire Cafaire'.

Per vostra informazione, ieri ho brevemente parlato con l'interessata che mi ha detto di essere stata trattata bene, e che adesso vuole solo riposare e tornare alla sua vita normale.

'Rudi ma gentili': ma che vuol dire?????

Buona lettura

Studio Cataldi

Portale Cattolico Italiano

Aeroporti di Puglia

TG5

Diario Chanarcillo

E purtroppo il sito di AltroMolise sembra non funzionare al momento, ma il direttore Antonio Sorbo ci ha confermato che alla notizia e'stata data ampia risonanza nelle edizioni dei giorni scorsi.


Dedicato, anche oggi, a Davide Cantoni.

23.5.05

19.5.05

Piu' acqua, meno acqua...



Come vedete, le truppe imperiali sono arrivate a Londra. Con il mio amico Luke ed un manipolo di altri ribelli stiamo organizzando la resistenza.

Si, ma il titolo che c'entra?

Non c'entra. Era un altro film.

E'solo per espettorare la frustrazione che ho a stare qua a compilare quotidinamente un blog che (al momento in cui scrivo) e'stato visitato da 238 persone in due settimane (che e'una signora cifra) ma ha ricevuto solo un commento caccoloso (che non si riferisce al commento, ma al fatto che sia solo).

Allora che volete? Piu'acqua, meno acqua, piu'sole, meno sole...
PERCHE'NON PARLATE????

Vi lascio per il fine settimana con un bel link caldo caldo, con un paio di filmati veramente carini prodotti dal mio amico Will Jeffrey. Eccoveli (audio consigliabile).

Altri Robots



Sembra che io ne sia ossessionato. Ma anche l' articolo che propongo oggi per stimolare una delle vostre scintillanti discussioni ha come oggetto gli automi.

Si tratta infatti di un progetto pilota che si sta sperimentando in Gran Bretagna nel quale si usano 'dottori meccanici' invece di quelli tradizionali.
Le visite generiche sono svolte, invece che dal solito primario con relativo codazzo di studenti, da una specie di cestino della spazzatura con le ruote su cui e' poggiata una televisione....

Vedere per credere!!!

18.5.05

Open Source o Copyright?


Qualcuno via email (ma perche'via email, maledetti? scrivete su 'sto blog!!!) chiedeva di pubblicare argomenti di elettronica. Questo non lo e' strettamente, ma penso sia ugualmente interessante

Siete incerti da che parte stare nella battaglia pro o contro i brevetti software? Considerate il brevetto sul doppio clic del mouse, depositato un anno fa dalla Microsoft al 'U.S. Patent and Trademark Office' (l'ufficio brevetti e marchi registrati degli Usa), che ha ufficialmente riconosciuto alla multinazionale di Bill Gates la propriet�del brevetto sul 'bottone hardware a tempo per il lancio di applicazioni', che tradotto in lingua comprensibile al volgo e'appunto il doppio clic. Con un solo colpo il colosso del software ha conquistato la proprieta'intellettuale di ogni operazione riguardante il mouse. A chi ha protestato dicendo che e'un brevetto senza senso, perche'si tratta di una pratica ormai ovvia e diffusa, e'stato risposto semplicemente che i potenziali concorrenti avrebbero potuto pensarci prima, se davvero lo ritenevano cosi'ovvio.
Ieri, sulla complicata querelle che riguarda i brevetti software si e'mobilitato in tutta Italia il popolo dell’Open Source (il software libero), ma anche ricercatori universitari e studenti, imprese e associazioni trasversali, con banner, siti Web oscurati e conferenze, per sostenere una mozione in discussione al Senato, sottoscritta da 99 senatori, che impegna l'Italia a contrastare la direttiva Ue che verra'votata dall’Europarlamento a fine giugno. 'Contro la brevettabilita'del software ci giochiamo il futuro degli alfabeti e la loro liberta', la liberta'di comunicare, condividere, informarci' dichiara il senatore verde Fiorello Cortiana, promotore della mozione e della giornata di mobilitazione. Sono ormai diversi mesi che un movimento trasversale in Europa si oppone alla cosiddetta 'direttiva sulla brevettabilita'dei software': che a dire il vero tenta di regolamentare ogni invenzione tecnica, non solo i programmi informatici, ma che solleva polemiche per la mancanza di garanzie per i 'software liberi'. Infatti il dibattito sul decreto ha diviso chi dice che i brevetti sono necessari per premiare le aziende innovative e chi sostiene che l’innovazione sarebbe ostacolata perche'solo le grandi multinazionali come Microsoft potrebbero permettersi di registrare i brevetti, a scapito delle piccole imprese.
A spiegare il problema in una lettera ai parlamentari italiani �il presidente della Free Software Foundation Richard Stallmann: �A differenza del copyright, che protegge la descrizione dell'intero programma ma non le singole idee che lo compongono - fa notare Stallmann - la brevettabilita'del software consentirebbe un monopolio sull'uso di tecniche generiche. Un programma complesso e'la combinazione di migliaia di queste tecniche. Se un Paese permette la brevettabilita'di ognuna di queste tecniche, un programma complesso puo'infrangere centinaia di brevetti in un colpo solo'.
Secondo l’esperto Usa di diritto digitale Lawrence Lessig, i brevetti non sono insulsi di per se stessi, ma lo sono quando coprono cose ovvie in un certo momento storico (come appunto il brevetto Microsoft sul 'doppio clic' del mouse) o quando proteggono un’invenzione per un tempo eccessivamente lungo.
Invita a non semplificare il professor Alfonso Fuggetta, che insegna ingegneria del software al Politecnico di Milano e all’Universita'della California: 'Per favore, non sotterriamo il problema dicendo che i brevetti software non si possono fare e non servono...Certo bisogna trovare soluzioni vere e non di convenienza per qualcuno'. E ammette: 'Adesso e'opportuno bloccare una direttiva che rischia di essere deleteria e controproducente'. Altrimenti fra un po’ potra'arrivare qualcuno a brevettare - perche'no - anche l’alfabeto."

Da La Stampa di oggi.

17.5.05

Una di noi



Questa e'incredibile. Meglio di Michael Moore. In questo video della BBC c'e' un estratto dal discorso che Laura Bush fece alla cena per la White House Correspondents' Association i primi di maggio. Come potete anche leggere nell' articolo relativo (dal Guardian), Laura non si e' fatta pregare, ed ha detto cose tipo: 'Lui (George) vi dice che sidiverte a queste cene, ma in realta' normalmente a quest'ora e'gia' a letto', oppure 'quando e' nel suo ranch in texas passa le giornate con la sua motosega. Ogni problema, lo risolve con la motosega. E'per questo che e' un buon amico di Cheney e Rumsfeld...' o anche ' io passo le serate a guardare 'Casalinghe Disperate' (Desperate Houswives, una serie televisiva estremamente popolare, n.d.r.), ma in realta' IO sono una casalinga disperata'. Vedere per credere....

16.5.05

L'uomo misterioso


Questa notizia mi ha proprio colpito. Per sintetizzarla brutalmente, hanno ritrovato questo poveraccio elegantemente vestito ma zuppo fradicio mentre vagava in chiaro stato confusionale. Non riuscendo a farlo parlare per cercare di capire chi fosse, gli hanno messo davanti carta e penna. Tutto quello che ha disegnato e' stata una bandiera svedese e numerosi dettagli delle meccaniche di un pianoforte a coda. A quel punto incuriositi le hanno seduto ad un pianoforte, ed il tipo ha cominciato a suonare, per diverse ore, con un'abilita' straordinaria. Ma non parla. E' sempre evidentemente scosso tranne quando suona. Sembra una storia da film, ma e' tutto vero. E il mistero continua....

12.5.05

Marca Budavari!

Apicella vs.Apicella


Avrei potuto parlarvi della struggente intervista a Mariano Apicella pubblicata sul Corriere della Sera di ieri. Apparentemente una buona parte dei suoi deputati e senatori non vuole più sentirsi deliziata - nelle convention o alla fine delle cene di partito - dalle stornellate di Mariano Apicella, il cantante e chitarrista che il premier scoprì nel ristorante del grand hotel Vesuvio di Napoli e che poi fece grande ad Arcore.
Mi sono pero'reso conto di come la realta'a volte sia di gran lunga piu'ironica della finzione. E, sicuramente non il solo, mi sono ricordato di un altro Apicella, Michele, che nella foto qui sopra fa la sua ultima apparizione cinematografica prima di lasciare il posto al proprio alter-ego (o e'il contrario?) Nanni Moretti.

L'apparizione di Michele Apicella nell'iconografia (teogonia?) Morettiana risale al 1976 quando nel suo primo lungometraggio 'Io sono un autarchico' Moretti affida a questo personaggio il cognome materno e le proprie sembianze. E Apicella continuera' a prestare la propria identita' a Moretti fino al 1989 - con la sola pretesca parentesi della 'Messa e' finita'. Chissa' se Moretti oggi rifarebbe le stesse scelte...

Ma voglio chiudere questa prima settimana in bellezza.
Quindi, siccome vi conosco, e siccome so quanto sia facile criticare senza sapere di cosa si parla, vi voglio regalare una perla. Vi voglio dare la possibilita' di dire 'io c'ero'. Vi voglio aprire gli occhi (e le orecchie). Eppercio' eccovi la possibilita' di ascoltare proprio il Maestro Apicella in una rarissima registrazione di cui sono veunto in possesso per vie molto oblique (e per la quale ringrazio il periodico pc-ciechi). Potete ascoltare l'mp3 cliccando qui.

Buon week-end a tutti.

11.5.05

Il futuro del calcio e dell'informazione (?)


Spulciando internet ieri mi sono imbattuto nelle fasi finali delle qualificazioni per la robocup, che e’come tutti sanno il mondiale di calcio per robot che si terra’ in giappone (guardaunpo’) a luglio. A parte la paradossalita’ dell’iniziativa, stavo pensando che sarebbe divertente avere dei tornei ‘misti’, tra umani e cosi meccanici. Pensate a che effetto lo sputo de totti potrebbe avere sui sofisticati circuiti elettronici di un robot.

E prendendo spunto dallo sputo, o meglio, prendendo spunto da tutte quelle tecnologie che si sostituiscono alle tradizionali funzioni umane, spero non abbiate perso l’interessante discorso di Murdoch sul futuro dell’editoria.
La notizia e’ apparsa, tra gli altri, sull’Economist, e questo articolo da Repubblica online vi dovrebbe dare un’idea. Una veloce ricerca vi dovrebbe fornire tutte le informazioni che vorrete.
In breve, ha detto che per i giornali è cominciato il viale del tramonto. Una strada lunga alcuni decenni, ancora ricca di profitti, soddisfazioni e influenza politica, ma inesorabilmente in discesa. Ed ha aggiunto che l'unico modo di salvare l'industria delle news è portarla su internet facendola diventare nativa della rete, aprendola ai lettori, facendone un pezzo della rivoluzione degli utenti, facendo scrivere i blogger all'interno del giornale.
A quelli tra voi che dispongono di una connessione internet veloce e di cuffie (o altro) per l’audio, e dimestichezza con l'inglese, sul tema consiglio anche la visione di questo
filmato
.
Vorrei poi sapere chi e’ il pazzo che si e’ guardato questo blog gia’ 3 volte connettendosi da Singapore…

blog a chi?

Dopo un esordio incoraggiante dal punto di vista dei contatti (piu' di 30 utenti diversi apparentemente hanno visitato questa pagina, incluso uno dalla polonia ed uno da israele - il che mi lascia un po'sospettoso nei riguardi del mio counter...) ma decisamente povero dal punto di vista dei contributi (un solo commento ricevuto), nel cuore della notte sono stato assalito da un dubbio iperbolico: ma forse la gente non ha capito a che cosa serve questa pagina! quindi per quanti tra voi sono troppo pigri per lanciare una ricerca su wikipedia, eccovi cosa si trova alla voce 'blog':

Il termine blog è la contrazione di web log, ovvero "traccia su rete". Il fenomeno ha iniziato a prendere piede nel 1997 in America; nel 2001 è divenuto una moda anche in Italia, con la nascita dei primi servizi gratuiti dedicati alla gestione di blog.

La struttura è costituita, solitamente, da un programma di pubblicazione guidata che consente di creare automaticamente una pagina web, anche senza conoscere necessariamente il linguaggio HTML; questa struttura può essere personalizzata con vesti grafiche dette templates (ne esistono diverse centinaia). Il blog permette a chiunque sia in possesso di una connessione internet di creare facilmente un sito dove pubblicare storie, informazioni e opinioni in completa autonomia. Ogni articolo è generalmente legato ad un thread dove i lettori possono scrivere i loro commenti e lasciare messaggi all'autore.

Il Blog è un luogo dove si può stare insieme agli altri e dove si può esprimere liberamente la propria opinione. È un sito (web), gestito in modo autonomo dove si tiene traccia (log) dei pensieri; quasi una sorta di diario personale. Ciascuno vi scrive, in tempo reale, le proprie idee e riflessioni. In questo luogo cibernetico si possono pubblicare notizie, informazioni e storie di ogni genere, aggiungendo, se si vuole, anche dei link a siti di proprio interesse. Tramite il Blog si viene in contatto con persone lontane fisicamente ma spesso vicine alle proprie idee e ai propri punti di vista. Con esse si condividono i pensieri, le riflessioni su diverse situazioni poiché raramente si tratta di siti mono-tematici. Si può esprimere la propria creatività liberamente, interagendo in modo diretto con gli altri blogger. Alcuni Blog si possono considerare veri e propri diari personali e/o collettivi, nel senso che sono utilizzati per mettere on-line le storie personali e i momenti importanti della propria vita. In questo contesto la riservatezza, il privato, il personale va verso la collettività.

Un blogger è colui che scrive e gestisce un blog, mentre l'insieme di tutti i blog viene detto blogsfera (in inglese, blogsphere). All'interno del blog ogni articolo viene numerato e può essere indicato univocamente attraverso un permalink, ovvero un link che punta direttamente a quell'articolo.

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

10.5.05

Vorrei cominciare con un bacio...

...ma non un bacio qualunque. Questo e' il bacio di Bianca.
Per chi non sappia di cosa parlo, Bianca manda i baci con un risucchio titanico. Basta guardare la contrazione delle guance, la contorsione degli zigomi, la verticalizzazione degli occhi (di guidarelliana genesi). E quando finalmente rilascia tutta questa tensione la soddisfazione (ed il sollievo) per entrambi il baciato e la baciatrice e' garantita. Cominciamo in bellezza....

9.5.05

Di cosa parliamo?

Parliamo un po' di tutto. Essenzialmente di noi, e di quello che ci interessa.
Per cui venite, e parlatene tutti...
Questo non vuole essere il mio blog, ma uno strumento nelle mani di chiunque lo ritenga utile - essenzialmente un metodo semplice (efficace?) per tenere sgombra la mia casella di posta di emails inutili, e promuovere discussioni di interesse piu' o meno generale cui tutti possano contribuire.

Divertiamoci.