22.12.06

Buone feste...



dal calduccio della mia casa in Second Life (alla prima ci ho oramai rinunciato) tanti auguri di buone feste.

Riposatevi, mangiate, bevete, e non pensate.

Ci sentiamo l'anno prossimo!

13.12.06

Tacchino a chi???



Natale si avvicina, a passi da gigante.

E secondo la migliore e piu'antica tradizione marchigiana qui a Londra e'partita la caccia al tacchino. Il mio problema e'che la caccia non e'solo partita, ma anche finita la settimana scorsa - quando la maggior parte delle pollerie ha chiuso le ordinazioni di tacchini con consegna a Natale.

Quindi mi ritrovo nella sfortunata situazione di dover comprare l'odiato volatile al supermercato. Per i pochi tra voi che non sono marchigiani dovrei forse dire che il tacchino e' di suo poco commestibile, e gli esemplari di razza comune in vendita nei supermercati sono ancora meno appetibili. Quindi cercavo di comprare un 'Norfolk Bronze', o al limite un 'Kelly Bronze', ma ho fatto tardi (tie' non marchigiani, fatevi una cultura).

La cosa bella del tacchino e'che sembra non piacere a nessuno, pero'lo mangiano tutti. A volte per mesi. (So cosi' grossi che avanzano in quantita'che sfamerebbero intere regioni africane, anche se almeno qui hanno la decenza di non mandargliene).

E allora, siccome (sempre se non siete marchigiani e quindi suddetto uccello non figura nei vostri menu festivi) dovete sapere che il tacchino ha la consistenza e il sapore di cartone spugnato con nuances di vuoto, polvere, e un leggero retrogusto di segatura, qua che fanno? lo riempiono e lo circondano di ogni bendiddio ('trimmings') che meno ha a che fare col tacchino, meglio e' (patate, verdure, gelatine, salsicce, e chi piu' ne ha piu' ne metta...)

Quindi io mi chiedo: perche' perdere 3 ore a cuocere 'sto cacchio de animale (che peraltro va bagnato ogni quarto d'ora, senno'diventa cosi' secco che rischia di incendiarsi), quando tanto tutto cio'in cui i commensali saranno interessati e'tutto il resto ECCETTO l'uccello in questione?


E comunque, se dopo tutto questo foste ancora interessati fatemelo sapere e vi passo una ricetta marchigiana fantastica ;)

8.12.06

E'stata una settimana...



...ricca di eventi. Sicuramente gli eventi pubblici (vediamo chi scopre il legame con l'immagine qui sopra) surclassano di gran lunga gli eventi privati, ma insomma eccoci qua, con nuove sfide di fronte quando ancora non si e'vinte quelle alle spalle.

E augurandomi buon compleanno mi faccio forza. E m'accompagno da me.

;)





(guardatevi qualche foto, va. Altro che megapixels...)

29.11.06

wiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii




vi rovino il weekend

L'amico di famiglia



Lo so che arrivo in ritardo, come al solito. Ma qua i film italiani sono come le mozzarelle, li importano quando a casa non li vogliono piu'.

Insomma l'altroieri sono andato a vedere una anteprima (qui uscira' ad aprile) di 'L'amico di famiglia' di Paolo Sorrentino.

Il film e'interessante, forse artificialmente complicato e a tratti poco intellegibile, ma felliniano, divertente e profondamente deprimente. Paolo Sorrentino e'persona amabile, mi ricorda molto qualcuno che non posso nominare, chiaramente intelligente e di umorismo scuro e tagliente.

Purtroppo la cosa che piu' mi ha colpito del film e'che e' girato quasi interamente a Sabaudia (e un po' a Pontinia). Parlando con Sorrentino dopo il film mi ha detto che la moglie e'di Sabaudia, e che conosce Borgo Sabotino come le sue mutande. Mi ha detto anche altre cose, ma se volete sapere di piu' chiedete.

Insomma, tutto sommato un film che non delude (anche se penso che sia un po'un'occasione mancata, ma non entrero' nel merito qui) da un regista sicuramente interessante. Devo anche dire che questo e'il primo suo film che vedo (tutti sembrano aver visto 'Le conseguenze dell'amore), quindi per me e'una novita'.

Voi l'avete visto? che ne pensate?

23.11.06

Megache????




Adesso vi faccio risparmiare qualche soldo. E poi dite che non sono gentile...

C'e' una credenza comune abbastanza diffusa (soprattutto dagli esperti di marketing) che maggiore sia il numero di megapixels, migliore sia la macchina fotografica digitale.

Questo non e'vero. Io lo sapevo. Simone lo sapeva. Ma chi tra voi stava la', con la carta di credito pronta a regalarsi una fotocamera nuova per Natale, magari no.

E un'ennesima dimostrazione pratica viene da questo articolo, che racconta di come questo tizio ha preso 3 macchine fotografiche (di marca non specificata) con risoluzioni di 5, 8 e 13 megapixels ciascuna, ha scattato una foto dello stesso soggetto in medesime condizioni di luce con ognuna di esse, e ne ha stampato le foto in formato 30x40 in un laboratorio professionale.

Ha poi preso le stampe, si e' messo a Times Square, e per 45 minuti ha chiesto ai passanti di ordinare le 3 foto in ordine di risoluzione. Parecchia gente ha provato, ma il 95% ha rinunciato dicendo che era impossibile trovare alcuna differenza di qualita'. Il rimanente 5% ha provato, ma ha sbagliato. Solo una persona (una professoressa di fotografia) e'riuscita a metterle in ordine. Ma probabilmente solo per fortuna.

Quindi, quando sceglierete la vostra prossima macchina fotografica, non pensate solo ai megapixels....

(La foto sopra l'ho scattata io domenica, con la mia macchinetta caccolosa da poche sterline. Questo non e' per vantarmi del fatto che fare foto decenti e'comunque una questione di manico - o di fortuna, ma per dire che chiunque voglia usarla/copiarla/linkarla puo'farlo se per favore me lo fa sapere prima, e ne cita la fonte...)

22.11.06

Il teletrasporto /2



Immaginate un posto dove esistano le leggi della fisica, ma sia possibile volare. Dove esistono le motociclette, le barche a vela, ed il teletrasporto (!). Un posto in cui vivono un milione e mezzo di persone, e il cui PIL per l'anno passato e' stato di 64 milioni di dollari, ma dove non si compra ne'vende nulla di concreto (anche se c'e' chi probabilmente dissente da questa opinione).

Questo posto esiste.

Io ci sono stato, anche stamattina.

Si chiama Second Life, ed e' aperto a tutti. Ci si registra, si crea un personaggio che ci rappresentera'nel mondo virtuale, personaggio che puo' assomigliarci molto o per niente, e si diventa parte di una realta' parallela. Che e'molto piu' reale di quanto si pensi, dove si possono comprare terreni, costruire case, inventare oggetti che funzionano, comprare vestiti, parlare con gli altri, andare a cena fuori, in spiaggia, in discoteca, e ancora essere fotografi, artisti, registi cinematografici, insegnanti, musicisti, e cosi' via.

Ci sono negozi come Adidas, Disney, IBM ci ha organizzato riunioni, c'e' una televisione interna, MTV ci ha fatto una sfilata di moda, Suzanne Vega ci ha fatto un concerto.

Ci sono isole con ecosistemi propri, architetture bizzarre e mezzi di trasporto strampalati. Qualsiasi cosa vogliate costruire, e' fattibile.

Ce ne e' per tutti.

E se questo non bastasse per farvi venire la curiosita', peste vi colga. Io vado via, tra poco parte la mia regata pomeridiana....

15.11.06

Il teletrasporto (no, non proprio...)



Ne parlavo da mesi. Era diventata per me una vera ossessione. Non dico che fosse al pari del teletrasporto nella mia lista delle 10 invenzioni che cambieranno il mondo, ma uno o due posti piu' in basso si'. Cosi' quando stamattina ho letto
questo, sono rimasto basito. Quella che segue ne e' una cattiva traduzione....


Il groviglio di cavi necessario per ricaricare gli odierni dispositivi elettronici potrebbe presto essere una cosa del passato.

I ricercatori degli Stati Uniti hanno descritto un sistema relativamente semplice che potrebbe trasportare l'alimentazione ai dispositivi quali i calcolatori di laptop o i giocatori MP3 senza fili.

Un concetto della fisica vecchio di cento anni funzionerebbe anche su distanza considerevoli, a detta dei ricercatori.

Anche se la squadra non ha ancora sviluppato e verificato un sistema, i modelli e le simulazioni al computer suggeriscono che funzionerebbe.

“Ci sono tanti dispositivi autonomi quali i telefoni delle cellule ed i laptops che sono emerso durante gli ultimi anni,„ dice il professor Marin Soljacic dal Massachusetts Institute of Technology.

“Abbiamo cominciato pensare, “sarebbe veramente conveniente se non si dovessero ricaricare queste cose„.

“E perché siamo dei fisici ci siamo chiesti, “che genere di fenomeno fisico potremmo usare per ottenere questo trasferimento di energia senza fili?„. “

Presa di energia

La risposta che la squadra ha fornito era “risonanza„, un fenomeno che induce un oggetto a vibrare quando l'energia di una certa frequenza è applicata.

“Quando avete due oggetti sonori della stessa frequenza che generano una coppia molto forte,„ il professor Soljacic ha detto al Web site della BBC.

La risonanza può essere osservata ad esempio negli strumenti musicali.

“Quando suonate uno strumento, un qualsiasi altro strumento che si trovi in prossimita' del primo e con la stessa risonanza acustica comincerà a vibrare,„ o.

Invece di usare le vibrazioni acustiche, il sistema dell' MIT sfrutta la risonanza delle onde elettromagnetiche. La radiazione elettromagnetica include le onde radio, gli infrarossi ed i raggi X.

Tipicamente, i sistemi che usano la radiazione elettromagnetica, quali le antenne radiofoniche, non sono adatti a trasferimento efficiente di energia perché spargono l'energia in tutti i sensi, sprecandone grandi quantita' nello spazio libero.

Per superare questo problema, la squadra ha studiato una categoria speciale di onde“non-radioattive„ le cosiddette “risonanze longeve„.

Quando l'energia è applicata a questi oggetti rimane limitata ad essi, piuttosto che fuoriuscire nello spazio. “Code„ di energia, che può essere lunga molti metri, restano in superficie.

“Se portate un altro oggetto risonante sulla stessa frequenza abbastanza vicino a queste 'code' allora osserverete che l'energia può incanalarsi da un oggetto ad un altro,„ ha detto il professor Soljacic.

Plugs and cables
Il trasferimento di energia senza fili si è pensato circa per i secoli

Quindi, un'antenna di rame disegnata per avere 'risonanza longeva' potrebbe trasferire l'energia ad un laptop con un'antenna che risuona alla stessa frequenza. Il calcolatore sarebbe alimentato senza fili.

Tutta l'energia non deviata in un dispositivo o in un apparecchio è semplicemente riassorbita.

I sistemi che la squadra ha descritto potrebbero trasferire l'energia oltre tre - cinque metri.

“Questo funzionerebbe in una stanza diciamo ma potreste adattarli perche' funzionino in una fabbrica,„ ha detto.

“Potreste anche regolarli giù al mondo microscopico o nanoscopic.„

Vecchia tecnologia

La squadra dal MIT non è il primo gruppo per suggerire il trasferimento di energia senza fili.

il fisico di Diciannovesimo-secolo e l'assistente tecnico Nikola Tesla hanno sperimentato con il trasferimento di energia senza fili a lungo raggio, ma il suo tentativo più ambizioso - l'antenna alta 29m conosciuta come la torretta di Wardenclyffe, a New York - venuto a mancare quando ha funzionato da soldi.

SplashPower pad

Altri hanno lavorato ai meccanismi altamente direzionali del trasferimento di energia quali i laser.

Tuttavia, questi richiedono una linea di vista ininterrotta e sono quindi non buoni per alimentare gli oggetti intorno alla sede.

Un'azienda BRITANNICA denominata Splashpower inoltre ha progettato la radio che ricarica i rilievi su cui gli amanti del dispositivo possono direttamente disporre i loro telefoni e giocatori MP3 per ricaricarli.

I rilievi usano l'induzione elettromagnetica per caricare i dispositivi, lo stesso processo usato per caricare i toothbrushes elettrici.

Uno dei co-fondatori di Splashpower, fieno del James, ad esempio che il lavoro del MIT era chiaramente “in una fase iniziale„ ma “nell'interessare per il futuro„

“I consumatori vogliono una soluzione universale semplice che li libera dai hassles dei caricatori e degli adattatori alimentabili,„ lui hanno detto.

“La tecnologia senza fili di alimentazione ha il potenziale trasportare su tutti questi bisogni.„

Tuttavia, il sig. Hay ha detto che quello trasferire l'alimentazione faceva parte soltanto della soluzione.

“Ci sono un certo numero di altre funzioni che devono essere indirizzate per accertare la conversione efficiente di alimentazione ad una forma utile immettere ai dispositivi.„

Il professor Soljacic presenterà il lavoro all'istituto americano della tribuna industriale di fisica di fisica a San Francisco il 14 novembre.

Il lavoro è stato fatto in collaborazione con i suoi colleghe Aristeidis Karalis e John Joannopoulos.

13.11.06

Toncruis



Beh,
immagino che per tutti quelli tra voi che come me (e ce ne sono parecchi tra voi!), come diceva qualcuno, 'ci hanno avuto a che fare', la notizia che quel pupazzetto di Tom Cruise si sposi al Lago di Bracciano, sara' stata accolta con un misto di ilarita' e dubbio.

Ma insomma, basta che i suoi augusti invitati non urinino nell'Arrone, per il resto immagino - e spero - che l'evento venga accolto dai locali con la solita, millenaria indifferenza, e che lasci la traccia che merita, cioe' nessuna.

Pero' questo mi da una scusa per quello che segue, che e' una cosa che ho trovato in rete, anonima (ma della quale saro' contento di pubblicare l'origine se qualcuno me la vorra'dare) che spero che i piu' curiosi (e i piu' ignoranti) tra voi troveranno interessante.

Parla dell'acqua di Roma, e sebbene un po'lungo vi assicuro che non e'noioso. Anzi.


Duemila anni di ingegneria ed architettura idraulica, maturati sotto lo stimolo della sete e la consapevolezza di un’economia dipendente dalle risorse idriche, ci hanno consegnato decine di chilometri di opere idrauliche, di filari di archi e muri che a tutt’oggi solcano rendendola unica, la nostra campagna romana.

Innumerevoli Acque (FELICE, VERGINE, LANCISIANA, MARCIA, solo per citarne alcune) dai nomi più o meno noti a noi romani, legati spesso ai personaggi storici che ne hanno segnato l’esistenza, ci accompagnano nelle nostre splendide passeggiate disseminate di ruderi regalandoci quell’identità culturale in cui sentirci radicati. Un patrimonio di vita e salute, arte, storia e cultura quotidianamente sotto i nostri occhi, forse un po’ troppo distratti per coglierne profondamente e completamente il valore.


L’abbondanza d’acqua che caratterizza in modo peculiare la capitale (tale da farci dimenticare l’emergenza nazionale e mondiale) ha motivi antichi e diversificati che possono comunque essere ricondotti, sintetizzando, alla illuminata e lungimirante politica dei nostri antenati (romani e pontefici) e ad una naturale e miracolosa presenza, nel circondario provinciale, di una miriade di ottime sorgenti.


Una rete di distribuzione idrica "moderna", già 2000 anni fa garantiva la preziosa presenza nei settori nevralgici della città dando un contributo specifico alla costruzione della grandezza di Roma; d’altro lato una puntuale opera di manutenzione, ristrutturazione ed ampliamento degli impianti veniva attuata da una lunga sequenza di Pontefici, attenti, oltre tutto, ad arricchire la vitalità dell’acqua con la commissione di opere architettoniche ed artistiche con cui incorniciare ed impreziosire gli innumerevoli sbocchi cittadini.


Immergendoci in un breve viaggio nelle acque di Roma occorre sapere, prima di iniziare, che ad ogni acquedotto veniva, ed ancora oggi viene, attribuito il nome dell’acqua che lo attraversa e che quest’ultimo discendeva dal costruttore (Acqua Appia, Marcia, Giulia, Claudia, Traiana, Alessandrina), dalle caratteristiche biochimiche (Acqua Tepula) o magari da leggende che ne circondano la storia (Acqua vergine).


Il più antico (Acqua Appia) fu costruito nel 312 A.C. da Appio Claudio Crasso sfruttando le sorgenti esistenti presso il 14° chilometro della via Prenestina e terminava, dopo un percorso di 16,5 chilometri, nella piscina limaria sita ad Spem Veterem (oggi Porta Maggiore) per iniziare da lì la capillare distribuzione in città; non lontano dalle precedenti sorgenti si trovano quelle dell’Acqua Alessandrina, il cui acquedotto, traversata la zona est-sud-est della città (sono visibili ancora le sue tracce) giungeva ad Spem Veterem dopo un percorso di 22 chilometri; costruito nel 226 D.C. da Alessandro Severo, da cui prese il nome, subì, come altri una parziale distruzione durante gli assedi patiti da Roma ; i suoi resti furono riutilizzati nel 1586, su iniziativa di Felice Peretti – Papa Sisto V, per costruirne uno nuovo, alimentato dalle stesse sorgenti, che in suo onore, acquisì anche il nome di Acquedotto Felice.


Scendendo più a sud, in prossimità delle pendici del Tuscolo, tra Grottaferrata e Marino, troviamo le sorgenti dell’Acqua Tepula (acqua tiepida con temperature superiori alla media); realizzato nel 125 A.C., venne demolito e ricostruito (Nuova Tepula) nel 33 A.C. da Agrippa per essere accoppiato a quello dell’Acqua Giulia a cui rimase legato per storia e percorso; quest’ultimo venne costruito, infatti, nel 33 A.C., sempre da Agrippa partendo da sorgenti distanti solo 3 chilometri dalle precedenti (più a monte verso Squarciarelli); le due acque, dopo un primo tratto, venivano mescolate in una piscina limaria per raggiungere così una temperatura intermedia, quindi, venivano convogliate in due condotti sovrapposti, che, nella tratta finale, poggiavano sulle strutture esistenti dell’Appia fino a giungere nell’Urbe; Agrippa lo realizzò in onore di Gens Julia di qui il nome dell’acquedotto.


Un’altra zona cruciale per la fornitura idrica è quella che si estende lungo il percorso dell’Aniene, qui troviamo, partendo da Roma, le seguenti sorgenti: per prime quelle dell’Anio Vetus (tra Vicovaro e Mandela) poi, più a monte, dell’Acqua Marcia (alle pendici dei Simbruini tra Agosta ed Arsoli), quindi dell’Appia Claudia ed infine, ancora più a monte, quelle dell’Anio Novus.


Il primo, costruito tra il 272 e il 269 A.C., iniziava da uno sbarramento artificiale purificatore del fiume Aniene e alla necessità di distinguerlo dall’omonimo successivo (Anio Novus).


Il secondo fu realizzato da Quinto Marcio Re nel 130 A.C., e venne subito apprezzato per la qualità purissima dell’acqua; nasceva da un alveo artificiale dove affluivano le sorgenti, quindi giungeva a Roma, prima nella piscina limaria dell’attuale Capannelle, poi supportato (primo in questo) da un viadotto ad arco continuo, a Porta Maggiore, per la successiva distribuzione. Dopo varie ristrutturazioni ebbe una sistemazione definitiva grazie a Papa Pio IX che costituì a tale scopo una S.p.A. (Società anonima dell’Acqua Marcia) e portò a termine nel 1870 i lavori fino all’inaugurazione della fontana monumentale sita a Termini (oggi Fontana delle Naiadi a P.zza Esedra.).

Il terzo raccoglieva le acque di un gruppo sorgivo presente nello stesso circondario e le trasportava, con un canale lungo 46 chilometri nell’Urbe, in parte con percorso sotterraneo, in parte su viadotto ad archi continui (da Capannelle fino al centro urbano). Progettato da Caligola fu realizzato da Claudio, da cui prese il nome, nel 52 D.C..

Il quarto veniva in un primo tempo alimentato direttamente dall’Aniene, successivamente dall’acqua del fiume che fluiva, dopo aver subito tre successivi passaggi in altrettanti laghi artificiali posti a quote diverse (Laghi Simbruini); i lavori di realizzazione vennero iniziati 38 D.C. da Caligola e ultimati da Claudio nel 52 D.C.; dopo 49 chilometri di canale sotterraneo arrivava in superficie e, una volta raggiunta la piscina limaria di Capannelle, giungeva a Spem Veterem con una tubatura sovrapposta a quella della Claudia e sistemata assieme all’altra, su un viadotto ad arco continuo.

Ricordiamo poi le sorgenti originate dal Lago Alsietinus (oggi lago di Martignano) da cui il nome Acqua Alsietina, che confluiva in un acquedotto lungo 22 chilometri costruito da Augusto, nel 2 A.C., per dissetare (fu il primo in questo) la regione transtiberina; quindi l’Acqua Traiana rinominata Paola o Traiana Paola, che raccoglieva acque dal gruppo sorgivo situato tra Oriolo e Bassano e traversata la periferia, finiva in una grande mostra presso Porta Aurelia; programmato da Traiano venne realizzato nel 109 D.C.; si sviluppava su una distanza di 46 chilometri e contribuiva consistentemente anch’esso all’approvvigionamento delle zone oltre il Tevere; venne ristrutturato da Paolo V (da cui il nome) che ne aumentò la portata, creò un ramo ad uso esclusivo del Vaticano e portò quello principale a concludersi a porta S. Pancrazio, dove finiva con una mirabile mostra (oggi Fontanone).

Ultimo da seguire (il più importante) è quello dell’Acqua Vergine che trae origine da sorgenti site nei pressi di Salone non lontano da quelle dell’Appia ed ha, intorno a se, due grandi motivi di interesse: l’origine del nome e la grandezza ingegneristica. Il primo è avvolto dal fascino del mistero e della leggenda che lo fa risalire ad una vergine la quale suggerì, seguendo il suo intuito, l’esatta ubicazione delle sorgenti. Il secondo ci fa scoprire una costruzione imponente e perfetta che, realizzata da Agrippa per soddisfare le necessità del "Campo Marzio", pur non avendo resti di superficie degni di nota, fornisce ancora oggi, senza aver subito grandi stravolgimenti, una vasta utenza del centro storico costituita tra le altre, da tutte le imponenti e grandiose fontane di questa zona (Piazza Navona, Barcaccia, Terrina etc…) prima fra tutte la mirabile Mostra della Fontana di Trevi.

9.11.06

Adesivi



Non potevo far passare questa innovazione tecnologica inosservata.

Volkswagen ha annunciato di essere in fase avanzata di studio di adesivi per la macchina di nuova generazione.

Funzionano come sottilissimi mini-monitor, programmabili, che permettono all'utente di cambiare il messaggio mostrato sull'adesivo.

Vi lascio immaginare le possibili applicazioni...

(sembra uno scherzo, ma e' una storia vera!)

7.11.06

j'ha fatta...

Era difficile. difficile difficile difficile.
Ma je l'ha fatta.


Ci sono abbastanza pochi dischi che oggigiorno aspetto con ansia. Questo era uno di quelli. Un po' perche' sono passati 4 anni dalla produzione precendente, che ancora considero come uno dei meglio riusciti lavori dell'ultima decade, un po' perche', vista la ricchezza e la bellezza del predecessore ero curioso di sentire cosa Damien Rice fosser riuscito a fare stavolta.

Cosi', quando R. ieri mi ha detto che c'era un nuovo disco in uscita, mi sono messo in ascolto sui miei 'canali privilegiati' e me ne sono procurata una copia.

E ieri sera, quasi come facevo 20 anni fa, mi sono messo al buio, con il mio ipod, a sentirmi '9'. E che disco. Voglio dire, sofferto, forse non facile come 'O', ma sicuramente all'altezza.

Quindi, consigli per gli acquisti. Appena esce in Italia accattatevelo. e se non avete neanche 'O', allora che campate a fa?

1.11.06

Censura? Ma quale censura?




Non so se in Italia sia come qui, dove in troppo pochi si preoccupano della situazione politica e sociale in Cina, probabilmente abbagliati dai possibili profitti di un mercato potenziale di un miliardo e passa persone, nonche' dalla disponibilita' di manodopera a bassissimo costo (e da una fornitura illimitata di involtini primavera).

Di seguito riporto la traduzione di un articolo sulla censura dell'internet in Cina.

ATENE (GRECIA) - Mentre e'risaputo che molte nazioni bloccano il pubblico accesso ad internet, la Cina ha sempre destato grande interesse per la dimensione e la sofisticazione della propria censura della rete.

Per cui quando Martedi' un ufficale del governo Cinese ha dichiarato al Summit delle Nazioni Unite che non c'e' censura di Internet in Cina tutti sono rimasti molto sorpresi.

C'e' un problema: ci sono pochi altri casi di censura della rete cosi' studiati e documentati come quelli cinesi. Uno studio della Harvard Law School ha trovato 19,032 siti inaccessibili dalla Cina.

Un altro studio di un gruppo di universita' inglesi, americane e canadesi ha concluso che "il sistema di 'filtraggio'di internet in Cina e'il piu' sofisticato del mondo. Paragonato ad altri sistemi e'dominante, sofisticato ed efficace."

Infatti, Google cita il blocco intermittente di Google.com da parte del governo cinese come motivo principale dietro la decisione di creare google.cn, che e' una versione censurata del motore di ricerca.

Qui di seguito un estratto della discussione di martedi':
Ufficiale del governo cinese: Si e' parlato molto di Cina, e cio' e' piuttosto strano, perche'se si partecipa ad un forum come questo sarebbe bene riflettere piu' a lungo sugli argomenti che si sollevano.
Ci sono milioni di cinesi senza accesso ad internet. Ma non si e' parlato di come si possa migliorare la situazione e di come la Cina possa avere un migliore accesso ad Internet.
Dobbiamo anche proteggere i turisti nel nostro paese. E devo dire che io sono un cittadino Cinese, e sento il bisogno di essere protetto. Per esempio, siamo minacciati dal terrorismo. Abbiamo bisogno di protezione. Quindi dobbiamo assicurarci che tutti possano venire in Cina per apprezzare la nostra bella nazione.
Non penso che si debba usare un metro differente per giudicare la Cina. In Cina non abbiamo un software per bloccare i siti internet. A volte abbiamo problemi di accesso, ma questo e'un altro problema. So che alcuni miei colleghi ascoltano i webcast della BBC nei loro uffici. E ho sentito dire che la BBC non e'accessibile dalla Cina, o che e'bloccata. Non so perche' la gente dica queste cose. Non abbiamo nessun tipo di restrizione.
Nick Gowing, BBC e moderatore della sessione: Puo' essere piu'specifico?
Ufficiale del governo cinese: Come posso essere piu'specifico se non abbiamo restrizioni?
Sento dire che giornalisti vengono arrestati in Cina. Abbiamo centinaia di giornalisti in Cina, ed alcuni di loro hanno problemi legali. Non ha niente a che vedere con la liberta' d'espressione.
Richard Sambrook, direttore del BBC World Service: Sono contento che ascolti la BBC a Ginevra. Ma se fosse nella Cina centrale, non potrebbe sentire la BBC sulle onde corte, ne'leggere il nostro sito Web. Questo e' risaputo. E'di fatto bloccato. E lo e' stato per anni...

27.10.06

progetti per il fine settimana



Visto che ci avviamo verso il weekend, vi lascio con un sito ricco di idee su come impiegare piu'fruttuosamente il vostro tempo libero.

Sia che abbiate una passione per la fisica applicata, o che abbiate sempre considerato l'uomo ragno come un fallito, instructables.com e' il sito che fa per voi.

E'una comunita' online per lo scambio di idee pratiche, e c'e' di tutto, dalle ricette di cucina a come migliorare la sicurezza negli aeroporti .

E sicuramente troverete anche il vostro progettino per il fine settimana (grazie a Supersonic per la segnalazione).

P.S. mi fate sapere (soprattutto se non usate windows/internet explorer) se funzionano quelle cosine che ho aggiunto al blog ieri, le notizie qui sopra e il 'che tempo fa' qui a destra? Graz.

25.10.06

Youtubers






Lo sapete che e' You Tube? No? Allora ve lo dico io, anzi no, ve lo faccio dire da You Tube stesso (link consigliato a chi ha una connessione veloce).

Questo filmato cerca di catturare (ed in parte ci riesce) lo spirito di You Tube, e delle comunita' online in generale.

Roba interessante, tanto interessante che Google ci ha speso 1.65 miliardi di dollari (che non sono bruscolini).

Se si considera che You Tube non e' un sito che di per se porta alcun profitto la cosa e' abbastanza strabiliante. Ma perfettamente in linea con la strategia di Google: confermarsi leader dell'industria di 'trasformazione' del materiale dell'internet. E'in piu' di un senso come un'industria petrolifera: tutto quel che fa e'prendere la materia prima dal web, organizzarla, e rigurgitarla sui nostri schermi. Chiamali scemi....

24.10.06

...e vabbe'....

va bene, va bene...
sono ingiustificabile.

E siccome oggi sono ben tre le email che ricevo sull'argomento, lasciatemi dire che prima sono stato sommerso da



poi ho



dopodiche' sono stato ko con la varicella (davvero, e fortunatamente per voi niente foto)

E poi finalmente




Ma adesso sono tornato.

A presto.

Promesso

8.6.06

...e la chiamano estate...



Pare che l'estate sia arrivata anche qua, giusto in tempo per che io me ne vada una settimana in sardegna... ma insomma, non ci lamentiamo sempre. Del resto la vacanza e'assolutamente necessaria, viste le mie condizioni mentali. E poi pare sara' una vacanza tranquilla, visto che parecchi si stanno ritirando all'ultimo minuto...

Ho visto F&A lunedi' sera, visto che erano qui per lavoro. Serata molto divertente, come al solito, ed e'stato un vero piacere farsi una chiacchierata davanti a un paio (o forse qualcuna in piu'...) di birre. Ed A mi ha suggerito un'ottima idea per il blog. Il problema e' che non mi ricordo piu' quale fosse! Aiuto!!! Mi serve proprio una vacanza....

31.5.06

Tassa di circolazione



Tra le tante cose straordinarie che si trovano sulla rete, questa settimana vi vorrei segnalare un altro blog che mi ha veramente colpito.

E'una donna americana che vive in un'automobile.

Dice di se stessa: Feb, 2006. Per gli scorsi 5 mesi ho vissuto da sola in un'auto al margine di un bosco - disoccupata, senza casa, e totalmente incapace di trovare una via di uscita. Non so cantare, non so ballare, non so gridare forte abbastanza. Tutto cio' che so fare e' scrivere. Quindi eccomi qui, a mettere le fondamenta e forse a trovare una strada online.

Leggetevelo dall'inizio, cominciando dagli archivi, se vi interessa. Vi assicuro che e'una lettura istruttiva ed affascinante...

23.5.06

Padri e figli



Di seguito un articolo di Gad Lerner, divertente nella sua drammaticita'. E comunque, per vostra informazione, di tutta questa storia almeno qui non si e' stupito nessuno...


Chiara figlia di Cesare. Alessandro figlio di Luciano. Davide figlio di Marcello. Ma prima ancora Francesca figlia di Calisto. Andrea figlio di Sergio. Riccardo figlio di Gianmarco. Giuseppe figlio di Ciriaco... Noto una certa reticenza in giro a denunciare come riprovevole, sebbene legale, l'esibizione di potere dei figli prestanome riuniti nella società d'intermediazione sportiva Gea World. Geronzi, Moggi, Lippi, Tanzi, Cragnotti, Calleri, De Mita. Magari pure con una spruzzatina di Carraro (e a fare buon peso la seconda figlia di Geronzi, Benedetta, che lavorava in Figc presso Carraro padre, cui bontà sua il gruppo Capitalia aveva destinato la presidenza della propria banca d'affari).

Prestanome? Come mi permetto? E come faccio a dimostrarlo? Ufficialmente sono tutti giovani intraprendenti che si guardavano bene dal coinvolgere il papà nei loro affari. È solo una coincidenza che gli illustri genitori in questione a loro volta gestissero business incrociati fra Capitalia, Cirio, Parmalat, Roma, Lazio, per fermarci all'ufficialità.

Lungi dal patirne un danno alla reputazione, da anni padri e figli ostentavano la propria contiguità. Esibirla, infatti, procurava loro vantaggi evidenti, sotto forma di timore riverenziale diffuso nell'ambiente.
Sembra quasi che nessuno in Italia possa permettersi di contestare a un padre il sacrosanto diritto di sistemare il figlio. Anzi. Quando Luciano Moggi ormai bersaglio dei mass media implora: "Prendetevela pure con me, ma Alessandro non c'entra nulla, lasciatelo in pace", siamo portati ad apprezzare il suo nobile intento quasi che l'Alessandro in questione fosse un povero minorenne incapace di intendere e di volere. Non un uomo adulto dotato di autonome responsabilità.

E ancora. Nel 2003, quando le indagini sui crac di Cirio e Parmalat coinvolsero il presidente di Capitalia, Cesare Geronzi, nessuno fra gli illustri membri del patto di sindacato di quella banca avanzò rilievi di opportunità per l'insolita compagnia d'affari in cui sedevano riuniti i figli dei protagonisti degli scandali. L'osservazione sarebbe parsa incongrua, esulando dalla materia delle indagini. Gli intrecci familistici da noi sono ridimensionati a mere questioni di gusto, debolezze genitoriali meritevoli d'indulgenza.
Eppure mi chiedo quale forma di amore paterno sia questa che trasforma i figli in longa manus della propria influenza nell'establishment. E viceversa, perché a tanti giovani già comunque benestanti riesca così facile accettare l'idea, sgradevole per una donna o un uomo d'onore, di accreditarsi solo grazie ai privilegi del cognome che conta.

Posso immaginare le obiezioni. Chi è senza peccato scagli la prima pietra! Le redazioni dei giornali (e più ancora dei telegiornali) non sono forse costellate di firme che si tramandano di padre in figlio? La prole degli avvocati, dei notai, dei medici non eredita forse massicciamente studi professionali bene avviati da generazioni? E la consuetudine di assumere i figli dei dipendenti non è stata contrattata dagli stessi sindacati di categoria, alle poste come alle ferrovie?
Niente di nuovo sotto il sole, già i sociologi e gli storici di matrice anglo-sassone hanno dovuto coniare la formula del familismo amorale per raccontare il Bel Paese.

Ma se permettete la vicenda Gea straripa dalle consuetudini genitoriali della nazione. Perché un conto è cedere il proprio posto al figlio, magari come incentivo a un pensionamento anticipato, altra cosa è posizionare la prole strategicamente nei gangli delle relazioni che contano, dentro quella che Alessandro Penati chiama "l'economia-spettacolo": un reticolato collusivo che protegge il suo potere utilizzando l'effetto mediatico della celebrità. Gli amici degli amici, i figli dei padrini, più o meno come nella mafia.

Gli effetti di tali comportamenti sulla chiusura e sul declino dell'establishment, sono evidenti. Ricordate il più sincero e illiberale degli allarmi berlusconiani? "La sinistra vuole che i figli dei professionisti siano uguali ai figli degli operai". Qui lo ritroviamo applicato al suo massimo grado: i figli dei soliti noti si mettano d'accordo fra loro al fine di perpetuare la casta d'appartenenza. Libero mercato? Concorrenza? Propensione al rischio? Uguaglianza di opportunità? Selezione dei migliori? Chiacchiere buone solo per anglofili da strapazzo. Siamo o non siamo il Paese che va nel panico di fronte all'idea di una tassa di successione sulle grandi eredità? Siamo o non siamo, fra le maggiori economie del pianeta, quella a minore tasso di mobilità sociale, rasentando l'immobilismo? Vale la pena di ricordare che l'Italia dei figli di papà della Gea World è anche la nazione in cui il 71 per cento dei figli degli operai sono destinati a fare gli operai. Mentre un'ascesa sociale significativa riguarderà solo un misero 6 per cento fra questi milioni di giovani.

Se tutto ciò spiega la reticenza con cui affrontiamo i casi più plateali di familismo amorale - siamo abituati a considerare lecito quel che all'estero viene come minimo guardato con sospetto - è soprattutto l'aspetto educativo e culturale del fenomeno a lasciare interdetti.

Cosa insegna ai suoi figli, chi ce l'ha fatta? Il modello resta sul serio quello pseudo-aristocratico del ballo delle debuttanti dove ci s'incontra in cerca del "partito giusto", solo col denaro al posto del lignaggio, e magari con l'aereo privato per trasportare Ilaria D'Amico a cena a Parigi?

La narrazione sociologica di Giuseppe De Rita sul passaggio generazionale nelle aziende familiari era intessuta di ben altre controversie. Il padre che si era fatto da sé mandava a studiare il figlio, ma eccolo poi disperato di fronte al rampollo che magari si presentava in fabbrica con la Ferrari, pronto a scappare via il venerdì pomeriggio per il week end. Ora invece sembra che i padri predichino la collusione al posto dell'eccellenza. Architettano salottini buoni, anticamere del potere dove fare esperienza e accumulare denaro in attesa della cooptazione nei patti di sindacato per adulti.

Poveri figli educati all'intrallazzo. Alcuni li abbiamo visti posare sorridenti a Roma come a Milano su appositi rotocalchi, magari con la scusa di iniziative benefiche - Geronimo, Barbara, Lapo, Jonella, Gilda - incaricando le didascalie pop di valorizzare l'eredità casuale dei cognomi importanti. Quanti di loro avranno la forza di respingere l'afflato soverchiante di un amore paterno che li incoraggia agli affari facili?

Di fronte all'esplosione dello scandalo Gea anch'io, come genitore, mi scopro portato a considerare vittime i figli di papà famosi. Ma non certo vittime della magistratura o dei mass media. Già sapevamo di quanti danni possano prodursi all'interno di un nucleo familiare, e non solo nelle fasce deboli della società. Chissà che un giorno il nuovo ministero assegnato a Rosy Bindi non debba tutelare pure queste giovani vite stritolate dal privilegio. O forse, vista la fascia di reddito, potremo accontentarci di un buon psicanalista?

Da repubblica.it

18.5.06

L'eterno studente



In Italia sarebbe un signor nessuno, uno dei tanti studenti che ormai hanno perso il conto degli anni trascorsi dal giorno della loro immatricolazione.

Ma negli Stati Uniti Johnny Lechner, che si prepara ad affrontare il suo tredicesimo anno di università, è praticamente una star. Ha partecipato a trasmissioni televisive note come il Late show with Dave Letterman e Good Morning America, e il New York Times gli ha addirittura dedicato un ritratto in prima pagina.

Ha persino la sua biografia su Wikipedia

L'ultimo episodio della storia dell'"eterno studente", com'è stato ribattezzato già parecchio tempo fa, è al centro di un articolo del Wisconsin State Journal: "Pochi giorni prima di ricevere il suo diploma all'università di Whitewater, nel Wisconsin, Lechner si è reso conto che in dodici anni non aveva mai fatto un periodo di studio all'estero. A quel punto ha chiamato la segreteria e ha annunciato che non si sarebbe laureato quest'anno".

La decisione ha provocato molti commenti ma poco stupore: "Per quasi tutti i suoi compagni di università, Lechner è solo uno che cerca di rimanere al centro dell'attenzione. E c'era già chi si rallegrava del suo imminente addio. Pochi giorni fa il giornale dell'università aveva pubblicato un editoriale che si concludeva con l'esclamazione: 'Finalmente ce ne siamo liberati!'".

Altri, però, confessano che gli spiacerebbe non vedere più l'eterno studente in giro: "Johnny un po' come la vecchia poltrona della veranda – ha spiegato uno di loro. "È qui da sempre, e non riesci a immaginare questo posto senza di lui".

E scusate, anche se non c'entra niente, qualcuno mi sa dire se questo Marco Mantello, il cui libro di poesie 'Standards' e' pure libro del mese su Internazionale, e' QUEL Marco Mantello?

9.5.06

Egoarca Mussolardi



Mi capita sempre piu' spesso di mettermi a ridere da solo. Sicuramente questo e'dovuto all'eta'avnzata ed avanzante.

Oggi per esempio stavo leggendo una cosa stupida, quando mi sono imbattuto nella seguente frase: 'Nel cd singolo, oltre a "Non fermateci", anche l'inedito "Dilla Tutta", sigla radio del programma condotto dal Trio Medusa'.

Adesso, quelli tra i lettori che vivono in Italia probabilmente sapranno a cosa questa frase si riferisce. Ma vi assicuro che per quanto mi riguarda potrebbe essere stata presa pari pari da un romanzo di Stefano Benni. E mi ha fatto ridere.

Una cosa che mi ha fatto meno ridere invece e'quanto e'successo nel calcio - anche se devo dire ci trovo altrettante risonanze 'benniane'. E questo non perche'sia un tifoso - e chi mi conosce sa che me ne importa poco - ma perche'mi ricorda di 'come e'misera la vita negli abusi di potere', come diceva qualcuno. E questo articolo di Michele Serra da Repubblica.it, che riporto di seguito e se non avete letto vi consiglio vivamente di farlo, mi pare metta la vicenda nel contesto piu' appropriato. Aloha.



'La cosa veramente triste, leggendo le intercettazioni telefoniche di Luciano Moggi con alcuni dei suoi amiconi preferiti, è che sono esattamente come le avremmo immaginate. Nel lessico, nelle intenzioni, nello spirito: ricalcate sulle nostre supposizioni ordinarie. Né migliori, né peggiori.

Sono, senza scampo, senza sorprese, la sceneggiatura già mille volte scritta, mille volte recitata, di un potere italiano trafficone e ruffiano che essendo del tutto all'oscuro del binomio diritti/doveri vive, si muove e si assesta attorno al binomio favori/sgarbi. Un mondo di comparaggi e padrinati (dunque, e lo si sottolinea sempre troppo poco, un mondo esclusivamente maschile, e familista, e sostanzialmente arcaico) sempre in bilico tra illegalità da accertare e un molto accertato squallore.

Come spesso accade nel nostro difficile Paese, diventa complicato perfino parlare di moralità in presenza di mentalità e persone che, esplicitamente, considerano perfettamente legittimo, e forse perfino lodevole, avvolgere i propri interessi di bottega in un fitto bozzolo di protezioni, raccomandazioni, strizzate d'occhio. Come spiegare a un direttore sportivo già chiacchieratissimo che non è proprio il caso di parlare con il designatore degli arbitri (cioè con la più delicata delle istituzioni calcistiche) come se fosse suo compare d'affari? E come spiegare al designatore degli arbitri che spetterebbe proprio a quelli come lui rimettere quelli come Moggi al loro posto, quando è evidente che tra i due la spalla, il sottoposto, è proprio il signor designatore?

In conversazioni di questo genere - come già in quelle, giustamente proverbiali, dei furbetti del quartierino - non echeggiano mai quelle frasi che certificherebbero il buono stato di salute etica, o forse solo di salute mentale, di una comunità: mai uno "stia al suo posto e non si permetta", mai un "ma si rende conto che esistono delle regole?". Nessuno che infranga, anche solo verbalmente, quell'insopportabile patina di complicità, di "diamoci una mano", che fa da tinta madre a tutti i più unti canovacci nazionali.

Ovunque un "tu" piacione e colloso, un clima da eterna rimpatriata (e si immaginano i ristoranti, i bavaglioli, le risate grasse) e una furbizia greve, da commedia dell'arte: quella stessa che poi vediamo, ripulita dei suoi quadri più inconfessabili, nei peggiori talk-show calcistici, dove "l'amico Moggi" da anni ammannisce a una platea spesso estasiata oscure facezie e sorridenti minacce, una specie di andreottisimo però imbertoldito, un'imitazione popolaresca del Potere che è parodia però senza saperlo. In fondo soprattutto penosa, e penosa non tanto perché rimanda a probabili prepotenze calcistiche, quando perché incarna (altro che calcio...) la vecchia furbizia contadina italiana appena appena camuffata, incravattata di fresco, e riscodellata in video per la gran gioia di chi non vuole fare la fatica di pensarci diversi, noi italiani, da questo stucchevole arrangiarci da subalterni: da servi, altro che da potenti. (Che la furbizia sia caratteristica servile, e mai signorile, è la sola fondamentale scoperta politica che milioni di italiani devono ancora fare).

E il tutto, poi, si badi bene, ben radicato e fiorito lungo
il corso degli anni alla corte della sola accertata monarchia borghese d'Italia, la Juventus dello "stile Juventus", gli Agnelli dello "stile Agnelli". Le cui giovani leve, esauriti i dovuti vizi di crescita, si spera possano dare una sterzata all'andazzo, vincendo mezzo scudetto di meno, magari, ma guadagnando un minimo di "immagine", parola così di moda che sempre più spesso ci si dimentica che forse significa qualcosa.

Tanto, Moggi un altro lavoro lo troverebbe di sicuro: il calcio italiano, e il Paese in genere, non pare abbiamo i normali anticorpi bastanti a difendersi dai prepotenti e dai furbi. Difatti, suscitando altri tremiti in altri ambienti attenti allo stile, ogni tanto corre la voce che l'indubitabile signore Moratti voglia portarlo all'Inter, questo fenomeno della telefonata giusta.
Speriamo di no. Ma non stupiamoci se è sì.'

3.5.06

mOsica!




Da quando la mia Signora ha cambiato lavoro un paio di settimane fa (adesso fa la 'spalla' ad uno dei fiorelli locali, qui se vi interessa potete anche (ri)sentire i programmi scorsi) sento molta piu'radio di prima.

E in trasmissione l'altroieri hanno chiesto agli ascoltatori di telefonare per parlare del primo disco che loro avessero comprato, per poi suonarlo.

Domanda che vi rigiro, certo di cacciarmi in uno dei soliti silenzi imbarazzanti che seguono le mie esortazioni all'interazione su questo blog: qual'e' il primo disco che avete comprato? quanti anni avevate? dove eravate? e perche' avete comprato proprio quello?

A voi (?)

ps. lo so che vedendo la copertina qui sopra vi e'venuta voglia di risentirvi 'L'ottavo re di Roma'... gia' vi sento che la canticchiate... tie', ve l'ho trovata (attenzione, file di circa 4Mb non consigliato per connessioni lente...)

28.4.06

Minority report



Scusate per la latitanza, ma avevo un esame ieri. Non mi chiedete com'e' andata. Diciamo che se passo li denuncio.

Rimanendo sul tema 'giappanese' inaugurato la scorsa settimana oggi ho trovato una storia carina (oddio, forse carina proprio no, diciamo interessante) che mi permette anche di propinarvi il faccione sveglio e intelligente del Sig. Cruise, se non ne aveste avuto abbastanza.

In una stazione della metropolitana di Tokio sta cominciando un test sperimentale di un sistema che potrebbe permettere di accreditare i costi dei biglietti attraverso il riconoscimento automatico di parametri biomedici basato un sistema di telecamere e computers.

Non e'cosi' fantascientifico come si potrebbe pensare (la polizia qui ha un sistema simile, che usa per identificare i criminali nelle automobili), ma una figata 'nonetheless'.

O almeno, a me piace, perche' come al solito tutte queste cose poi hanno implicazioni che vanno ben oltre le piu'dettagliate previsioni.

E'come se a me m'avessero detto, guarda, dagli una mano a vincere.

Chi se lo pensava che mi ritrovavo Bertinotti presidente della Camera???

;-)

20.4.06

Tetsuo



Mentre cerco di venire a capo della montagna di risposte che ho avuto allo scorso post (che tristezza! - scherzi a parte, grazie a chi mi ha mandato ottimi consigli...), ho trovato questa installazione(attenzione! filmato di circa 5Mb raccomandato solo a chi ha una connessione veloce ad internet) che mette insieme la mia passione per l'arte e per la robotica (e, diciamocelo, per le cose strane). Altro che IKEA. Penso che vedere una sedia che si monta da sola non sia una cosa che capiti tutti i giorni.

Questi artisti non sono nuovi a questo genere di cose, la chiamano 'arte dinamica interattiva', ed una loro gustosa installazione di un tavolo semovente e'stata anche in mostra alla biennale di Venezia qualche anno fa.

E se vi chiedete che caspita c'entrino titolo e immagine col resto del post, chiaramente avete bisogno di andarvi ad informare. E se non vi bastasse ed avete uno stomaco forte, ecco un assaggio di quello che vi siete persi (filmato di circa 2Mb).

18.4.06

Power to the people



Ok,

dopo la catarsi pasquale, vediamo se le cose si smuovono un po'.

Vorrei raccogliere idee e proposte su nuovi post.

Fatevi avanti.

Se non volete metterle come commenti al presente, potete mandarmi un'email.

A voi la palla...

(avete notato anche il nuovo link a destra per iscriversi alla mailing list? ditelo ai vostri amici!)

13.4.06

Non ci pensate...



il blog ritornera' la prossima settimana.

Buona Pasqua a tutti, divertitevi!

12.4.06

Povera Patria



Oggi, come capita abbastanza di frequente, sono dovuto andare a Brimingham per lavoro.

Il tempo era tanto per cambiare decente, e non andavo particolarmente di fretta, per cui decido di andare in moto. In piu'sentivo di aver bisogno di quell'ora e mezza (da casa mia all'Univerista' di Birmingham ci sono un centinaio di miglia) di relax e pensieri in liberta'. E di cantare a squarciagola nel casco (una delle cose piu'liberatorie che esistano - lo dico per chi tra voi non ci avesse mai provato...).

E canta che ti ricanta inciampo in una canzone di Battiato dei primi anni novanta. Che mi si incrocia con un commento di Paolo alla mia poesia post-elettorale di un paio di giorni fa ('Berlusconi a casa').

Allora, perche' siamo (siete) ridotti ad un paese da cui la gente vorrebbe andarsene?

Il risultato delle elezioni (quello annunciato dal Viminale martedi', non quello che Berlusconi fara' annunciare quanto prima) mi ha messo veramente di cattivo umore. Non mi do ragione di come nonostante tutto la maggioranza degli italiani abbia votato per mr.B.. E'pazzesco.

(Per aprire una parentesi, da piu' parti si e'commentato di come questa elezione sia stata 'salvata' dagli italiani all'estero, ed a questo sono state date varie spiegazioni. Ma io vi garantisco (e sono sicuro che questa non e'solo un'esperienza mia, ma e'condivisa da molti altri 'emigranti' come me) che una delle cose piu'imbarazzanti e'spiegare come uno come il Berlusca
a)sia potuto diventare presidente del consiglio
b)possa godere del supporto della nazione
c)ti tocchi
)


Quindi rimuginavo tra me e me sfrecciando sulla M40, e mi venivano in mente le solite cose, tipo che l'Italia in quanto nazione non e'mai esistita, che comunque storicamente gli italiani sono sempre stati dominati da questequello quindi non appena ci hanno un po' di potere (sul lavoro, nel loro ambito sociale, e perfino in famiglia) il primo istinto e'di tenerselo e accrescerlo, che ci hanno 'Cicero pro domo sua' stampigliato sul didetro, e quant'altro.

Queste sono cose giuste, ma un po'ovvie.

Quindi invece di perdere tempo, visto che oramai avevo passato Oxford, ho cominciato a riflettere su come la situazione possa evolversi. Questa 'societa'del benessere' in cui vivete ha rimpiazzato le tensioni sociali dei decenni passati, ma con che cosa? e quali sono le molle da far scattare per far si' che questo brodo informe che e'la media(piccola) borghesia italiana (che sono quelli che non sanno per chi votare, e poi votano berl o prod con la stessa nonchalance) prenda coscienza della propria funzione civile innanzitutto, e si renda conto che siamo (siete) tutti nella stessa barca? E poi, che succederebbe se invece tutto si lasciasse al suo evolversi naturale?

L'Italia ha bisogno di riforme radicali. questa e'una cosa che hanno capito tutti, piu'o meno. ieri guardavo una trasmissione in cui si diceva di come Francia ed Italia sono attualmente le due nazioni che 'tirano indietro' l'europa, e questo si deve principalmente all'inflessibilita' del mercato del lavoro. Entrambe sono fondate su modelli difficilmente sostenibili. L'Italia ha poi una serie di problemi endemici (qualcuno a menzionato il debito pubblico?) che rendono la situazione ancora piu'preoccupante.

Il problema e' che la soluzione di questi problemi probabilmente avra'conseduenze su parecchi orticelli.
Anche sui vostri.

Io nel frattempo sono arrivato a Brimingham, e non ho ancora trovato una risposta...

10.4.06

Ci manchera'

Ci manchera' quel tuo modo gentile,
quel tuo sorriso schietto,
quella tua eleganza naturale.

E quel tuo fare cortese,
quel tuo parlare fluente,
quella tua arguzia di giada.

Ci manchera'perche'in fondo era parte di noi,
perche'ci ricorda da dove veniamo,
e non si puo'negare che in fondo un po'tu ci piaccia.

Ci manchera'.


Ci manchera' anche se sarai sempre li'
a ricordarci di come saremmo potuti essere felici,
a parlarci di sogni fuggiti, di occasioni mancate.
A parlarci di liberta'.

E sono tempi feroci,che consumano tutto senza darci il tempo di capire,
senza darci il tempo di scoprire il vuoto nell'anima
lasciato da chi aveva ancora da fare,
ma non l'hanno fatto finire.

Come un rutto soffocato, o un peto soppresso,
come una cosa che viene da dentro,
ma che non lasciamo uscire,

io ti saluto con affetto,
sapendo che niente sara' piu' come prima,
sapendo che saremo un po' piu' soli.



Si',vabbe', pero' mo' vattene.

6.4.06

Chi ha detto...

... che a Londra piove sempre?

tie', guardate qua, scattata 5 minuti fa davanti al mio ufficio (col telefonino, quindi la qualita' e'un po' quello che e'....)



(c'e' bassa marea, non lavoro di fronte alla marana...)


Ma la ragione vera per questo post e' che ho ricevuto, e pubblico volentieri, questo filmato dal dubbio gusto ed altrettanto dubbia autenticita', ma dall'indubbio effetto comico.

So che mettendolo qui senza un contraltare rischio una plateale violazione della par condicio a due giorni dalle elezioni, ma ho chiesto all'opposizione di fornire un filamto simile anti-prodi, e loro hanno declinato l'invito. E poi, chi se ne frega.

Ciao

3.4.06

ar-Raqeeb




allora, andiamo con ordine.

Visto che sono alla quarta settimana di fila in cui ho un oroscopo di cacca - e fino ad oggi la realta'e'stata ben peggio delle predizioni astrali - mi conviene andarci cauto.

E poi sono giorni tristi in cui la nostra soglia della pieta'umana e del dolore sono state ancora una volta spostate. verra'un tempo in cui non ci fara'piu'male nulla, e forse allora nella nostra onnipotenza intorpidita ci accorgeremo che nulla ha piu'valore. Ed allora sara' tutto da rifare.

Ma parliamo di noi.

Ben vengano i commenti e le critiche, come recita il vecchio adagio del mondo della pubblicita' che purtroppo sembra funzionare fin troppo bene anche per il web. Ci sarebbero pero' un bel po' di cose da dire. Intanto, quando ho cominciato questa 'impresa' ho cercato di raccogliere impressioni su cosa la mia 'audience' avrebbe voluto leggere in queste pagine. Sto ancora cercando di mettere ordine nella pletora di commenti che ho ricevuto. Quindi ho sempre pensato che andasse bene cosi'.

E poi uno puo' anche esprimersi con le parole degli altri.

La rete e'una cosa meravigliosa, ed e'abbastanza facile trovare metafore della propria esistenza (tipo questa che trovo mi calzi a pennello).

Io quando pubblico un articolo di altri, lo faccio sempre perche' trovo che contenga o cose interessanti con le quali sono d'accordo, o cose interessanti con le quali sono in disaccordo, che comunque mi sembra interessante condividere con voi (ad avere la vostra opinione ci ho rinunciato dal 1976). Per me e' come invitarvi fuori a prendere una birra. Vi immaginate che divertimento se vi parlassi solo di me e di che bella giornata ho avuto in ufficio? Ci avessi un curriculum come questo (imperdibile, colonna sulla destra) capirei, ma siccome sono io gia'vedo la gente scaccolarsi ed addormentarsi sui tavoli...

Come ho spiegato di persona ad alcuni di voi, questo blog e'la maniera che ho per sentirmi meno lontano dalle persone care, e da chiunque io non conosca, ma mi legge - il che lo rende una persona cara, non cara forse come gli altri ma pur sempre un po' cara (potremmo dire che lo rende una persona carina).

E tutto cio'si ricongiunge al secondo punto importante, cioe' che la mia critica (velata, ma pur sempre critica) era assolutamente bonaria. Io lo so che mi volete bene, ed una media di circa 50 pagine scaricate (lette? che sembra poco, ma se ci pensate non lo e'...) a settimana mi dice anche che forse quello che si scrive qui vi interessa (e parlando di questo mi vorrei vantare -?- del fatto che i miei post sui musulmani in italia mi hanno portato un visitatore da Teheran, che Allah -che non per nulla e' 'ar-Raqeeb', 'colui che osserva' - solo lo sa come caspita mi ha trovato).



Mi farebbe piacere leggere piu' spesso le vostre opinioni su quello che scrivo o pubblico, ma anche il solo sapere che mi leggete mi abbasta. Anche se, ripeto, un po'piu' di partecipazione mi farebbe sentire meno un predicatore nel deserto. E poi, a pensarci bene, ci saranno pure quelli tra voi che si scocciano a ricevere le mie email, cliccano sul link, magari pensando che sia qualcosa di molto piu'interessante, e mi maledicono pure...

Ma comunque quando smetterete anche di leggermi, prometto, mi faro'da parte, e lascero' che un esercito di blogs impietosi prenda il sopravvento.

L'immagine di testa e' del campo sportivo 'Ecopolis', terreno di casa dell'A.S. Deportivo Matera. Quest'anno hanno cambiato sponsor, l'Edil Loperfido, materiale da costruzione, che affianca la societa' trivellazioni Fiumano Toma ed il caffe'ristorante 'Il Borghese'. So che non c'entra molto, ma visto che in Italia si avvicinano le elezioni ho pensato di parlare anch'io di calcio...

30.3.06

La stessa faccia di due medaglie diverse/2



Questo e'il secondo di due articoli che probabilmente vi sono sfuggiti, visto che sono pubblicati sulla stampa locale - locale di qui, non di la'. E'un articolo dal sito web della BBC, ed e'la terza ed ultima parte di una serie sul rapporto tra fede islamica e cultura europea di oggi. Forse vi interessera', forse no.

In un tribunale a Milano, pieno di poliziotti armati, sei giovani imputati musulmani siedono in una gabbia del metallo. Sono accusati di di aver inviato miliziani a combattere in Iraq e di aver pianificato un attentato che la polizia italiana e'riuscita a sventare nelle fasi iniziali. Durante una pausa del processo, chiedo all'esperto procuratore Armando Spataro se vede un chiaro collegamento fra integrazione e sicurezza. "I gruppi terroristi rifiutano l'integrazione," dice. Di conseguenza, integrare i musulmani in Europa rinforza i moderati - quindi e'un processo chiave per la vittoria nella "guerra contro il terrore".

Quella gabbia del metallo serve da avvertimento per dove l'Italia - ed Europa - potrebbero dirigersi.

Le autorita' italiane sapevano da un po' che il loro paese stava esportando militanti islamici. Ora sono preoccupati che i militanti possano tornare dalla lotta nell'Iraq per fare attentati in Europa.
La maggior parte dei musulmani in Italia non parla italiano e non riconosce i valori della societa' italiana. L'Italia è diversa dai paesi ho visitato in Europa del Nord. I musulmani sono arrivati qui piu'di recente, e relativamente pochi hanno acquisito la cittadinanza.
"E' una Comunità non integrata," dice Magdi Allam, noto giornalista Egiziano del Corriere della Sera. "la maggior parte dei musulmani in Italia non parla bene italiano , non conosce la cultura o la religione degli italiani e non condivide i valori della società italiana."
È molto sospettoso delle moschee che sono sotto il controllo di imam radicali.
Vado guardare le preghiere del venerdì al Centro Culturale Islamico, la moschea più malfamata di Milano - situata dietro un autolavaggio. Siamo nel pieno della polemica sui fumetti raffiguranti il profeta Maometto. L'imam egiziano della moschea, Abu Imad, deride "la gente ignorante" che li ha pubblicati.

"Chi sono questi?" chiede ironicamente. "Pensano che se soffiassero forte abbastanza potrebbero spegnere il sole?"

Quando lo intervisto, Abu Imad nega di avere collegamenti con i gruppi radicali fuori del paese - o di aver mandato giovani a farsi saltare in aria in Iraq. La questione dei fumetti - e l'ondata di proteste che ha sollevato - è l'ultima crisi a spingere un cuneo fra i musulmani ed i non-Musulmani in Europa.
I sostenitori della loro pubblicazione vedono i musulmani come illiberali ed inclini alla violenza. Gli oppositori considerano i redattori del giornale colpevoli di un affronto - persino di un un affronto calcolato - ai musulmani ed all'essenza di cio'in cui i musulmani credono. Magdi Allam sostiene la decisione del suo giornale di riprodurre i fumetti. L'occidente dovrebbe tenersi stretti i propri valori, mi dice, ed i musulmani che desiderano vivere in occidente devono accettare questi valori.
Più tipico dell'opinione pubblica musulmana è il parere che i fumetti siano un insulto. "ci mangiano il cuore" dice Usama, un ventenne studente all'università de Milano.
Il mio viaggio europeo mi ha portato da Leeds a Parigi, ad Amsterdam ed infine a Milano.
Ci sono molti modi di essere un giovane musulmano nell'Europa moderna. Molti abbracciano una cultura giovanile vibrante, mentre il islam - se importa affatto - è semplicemente un'etichetta culturale. Altri stanno trovando una nuova identità basata su un islam molto diverso da quello dei propri genitori.

L'idea che l'integrazione non stia avvenendo affatto - e che il islam non inserirà mai nella società europea - mi sembra un mito. Ma l'integrazione è un processo lento e difficile. Nessun paese può dire di averla ottenuta completamente. Qualunque siano le ragioni ed i torti della vicenda dei fumetti, e' aumentato il senso di polarizzazione e forse sono rallentati i processi di integrazione.

E se l'integrazione viene a mancare, la sicurezza dell'Europa come pure la relativa armonia sociale sarà compromessa.

In chiusura, vi vorrei segnalare un nuovo blog affacciatosi sulla scena mondiale. Date una pacca sulla spalla di incoraggiamento all'amica Franca. E magari contribuirete a quello piu'che a questo (il che e'abbastanza facile - manica di pelandroni sciagurati).

A presto.

24.3.06

La stessa faccia di due medaglie diverse/1



Questo e'il primo di due articoli che probabilmente vi sono sfuggiti, visto che sono pubblicati sulla stampa locale - locale di qui, non di la'. E'un articolo del Guardian di oggi. Mi sembra un punto di vista interessante.

Sono venuto lavorare con la Metro oggi, scrive John Hooper a Roma. C'erano tre persone nel vagone quando sono salito. Arrivati a Termini, stazione ferroviaria centrale di Roma, c'erano ancora molti posti a sedere. Il consiglio discutibile degli Stati Uniti di allertare gli Americani in visita in Italia durante la relativa campagna elettorale generale può avere o meno un effetto sui turisti d'oltreoceano. Ma certamente sembra preoccupare gli italiani stessi.

Washington ha offerto due motivi per innalzare il livello d'attenzione. Uno e' che le manifestazioni popolari potrebbero degenerare nella violenza, come effettivamente e' già successo. Ciò è molto delicato qui perché un elemento chiave della campagna di Silvio Berlusconi: ha dovuto attaccare il centro-sinistra chiedendo che disconosca le proprie frangie radicali. Ieri sera il suo sfidante, Romano Prodi, e'tornato sull'argomento accusando il governo di fare una politica del terrore. Nella sua ultima dichiarazione sul suo website ha citato le parole di un portavoce degli Stati Uniti: "il governo italiano è informato di questo annuncio, che corrisponde a parecchie dichiarazioni pubbliche rilasciate da vari esponenti del governo italiano".

Ma, come dimostrato dalla Metro mezza vuota, mentre i politici si scontrano su quest'aspetto dell'avvertimento degli Stati Uniti, la gente normale è probabile sia piu' preoccupata dal resto della dichiarazione: "il pubblico italiano continua ad essere sotto minaccia intensificata da Al-Qaida e da altri gruppi estremisti islamici per la partecipazione continuata alle attività multinazionali in Iraq ed in Afghanistan." La memoria di quanto è accaduto prima dell'ultima grande elezione nel Mediterraneo e' ancora fresca . Quasi 200 spagnoli furono uccisi nel 2004 in un attentato messo in atto da estremisti islamici con una serie di bombe sui treni dei pendolari che entrano nella capitale Madrid.

Tuttavia, vale la pena di sottolineare che la situazione in Spagna allora ora era differente da quella odierna in Italia.
Col senno del poi, si potrebbe dire che gli Spagnoli avessero creato una pericolosa opportunita' perche' i seguaci di Osama bin Laden si inserissero nel processo democratico e dare un'impressione - altamente opinabile - di averne influenzato il risultato. Da una parte c'era un governo che aveva mandato le truppe spagnole nell'Iraq e non aveva programmi per riportarle a casa; dall'altra, un'opposizione che aveva promesso un ritiro immediato.
I politici italiani hanno fiutato la trappola da un pezzo, e tranquillamente la stanno evitando.

Il governo di Berlusconi ha dichiarato che intende ritirare il contingente dalla coalizione Americana entro la fine dell'anno mentre l'opposizione, che originalmente si era impegnata per un ritiro immediato 'alla spagnola' ha spostato gradualmente la propria posizione fino a proporre un ritiro in fasi da decidersi in consultazione con i relativi alleati e gli Iracheni stessi. Ecco perchè l'Iraq non è stato discusso in queste elezioni. E perchè un attentato di Al-Qaida avrebbe poco senso, anche visto dalla propria logica distorta.

18.3.06

Influenze





In questi tempi di dibattiti televisivi e di processi a vannemarchi, un po' di sano rigore scientifico non fa male. Quindi vi riporto un pezzo da “L’espresso”, n.7, 2006 in cui Michele Serra spiega un po'di cosine al popolo ignaro.

Più o meno ogni giorno, da mesi, gli esperti ci spiegano che ci si può ammalare di aviaria solo attraverso il contatto diretto con un uccello migratore ammalato.
Sono stati individuati cinque modi principali per contrarre il virus:
1. Leccare un cigno morto;
2. Andare appositamente in Asia e voltolarsi nudi nella cacca di pollo per almeno un'ora;
3. Inghiottire al volo un tordo crudo;
4. Pulire con la lingua un cornicione imbrattato dai piccioni;
5. Limonare con un barbagianni.
In Asia il virus è endemico tra gli uccelli di ogni tipo da una diecina d'anni, ma sono morte solo poche decine di persone, in condizioni igieniche pessime e tutte a causa di uno dei comportamenti sopra descritti.
Statisticamente, è molto più facile morire per un incidente domestico che per l'aviaria: ciononostante la gente crede che una casa senza crocchette di pollo e con la canna fumaria intoppata sia un luogo protetto. E che tenere in giardino due rottweiler nevropatici sia molto più sicuro che avere una gallina.
È in questo clima che in Italia dilaga la psicosi del pollo assassino. Milioni di consumatori sono convinti che i petti di pollo, il brodo di cappone e le uova sode uccidano all'istante non solo chi li mangia, ma anche chi li nomina. Questa pollofobia non ha alcun interesse per i virologi, ma appassiona gli studiosi di psicologia di massa.

La domanda che è alla base di questa disciplina venne formulata, alla fine dell'Ottocento, dal medico tedesco Otto Trauber, nel suo famoso saggio “Ma la gente, è cretina?”. Trauber aveva studiato a lungo la credenza popolare secondo la quale, se una donna con le mestruazioni tocca una pianta, la fa appassire. Fece un esperimento: chiese a cento donne mestruate di toccare un mazzo di fiori. Il mazzo, ovviamente, non appassì, ma la centesima donna, un'obesa di Düsseldorf, inciampò avvicinandosi al vaso e schiacciò i fiori. Al dottor Trauber apparve chiaro che l'esperimento aveva dimostrato empiricamente ciò che anche la logica suggerisce: e cioè che non esiste rapporto tra mestruazioni e stato di salute della flora. Ma le protagoniste dell'esperimento non furono di questo parere: vedendo i fiori schiacciati, si considerarono colpevoli collettivamente del triste epilogo, piansero a lungo e picchiarono duramente il dottor Trauber perché le aveva indotte a rovinare dei fiori così belli.
Trauber elaborò il suo postulato scientifico più celebre: “La gente crede solo a quello in cui vuole credere”, che è il titolo del suo secondo saggio. Il terzo, scritto poco prima di morire, era un malinconico testamento scientifico: “Questi qui non la capiscono neanche se gliela ficchi in testa a martellate”, accolto severamente dalla critica del tempo che giudicava l'opera di Trauber antipopolare e contraria allo spirito positivista dell'epoca.

Al di là delle controverse teorie di Trauber, non c'è dubbio che diversi accadimenti, dalla sua morte ai giorni nostri, avvalorano almeno una parte delle sue conclusioni. Comportamenti e convinzioni privi di qualunque supporto razionale (come la paura di contrarre l'aviaria mangiando pollo) hanno spesso larghissima diffusione. Dall'idea che esista davvero l'impero sommerso di Atlantide, con i tritoni, le sirene e tutto il resto, all'idea, ancora più pazzesca, che esista la Padania. Dagli avvistamenti degli Ufo soprattutto sui cieli che sovrastano le birrerie e i pub, al miracolo economico previsto dal governo italiano. Dalla convinzione che le piramidi siano state erette dagli alieni, a quella che la mafia riuscirà finalmente a costruire il ponte sullo Stretto.
"La gente", scriveva Trauber nel suo diario, "crede nelle cose più assurde, e lo scienziato vedrà sempre le sue confutazioni razionali infrangersi contro il muro della credulità. Per questo lo scienziato è triste, e la gente è contenta". Fa impressione pensare che Trauber scrisse queste righe senza sapere che, dopo la sua morte, si sarebbero affermate la gemmoterapia e Berlusconi.

Vorrei solo aggiungere che l'OMS comunica che dal 2003 il numero totale dei decessi per 'influenza aviaria' è 94 di cui: 42 in Vietnam, 20 in Indonesia, 14 in Thailandia, 8 in Cina, 4 in Cambogia e Turchia, 2 in Iraq.

Il che significa che in 3 anni ci sono stati 94 morti, cioè mediamente 31 morti l'anno su una popolazione dei Paesi interessati di circa 1,5 miliardi di individui che, tra l'altro, vive in precarie condizioni igieniche.

In termini percentuali la mortalità e' quindi abbastanza irrilevante.

In Italia ogni anno ci sono piu' di 1000 morti per la tradizionale influenza il che non sembra spaventare nessuno....

6.3.06

Serendipity

...parola inglese intraducibile che vuol dire essenzialmente trovare quello che non stai cercando (a Roma si chiama culo, francesismo). Questo mese la rivista americana Wired dedica la propria rubrica 'The best' alle dieci migliori scoperte casuali che ho trovato piuttosto divertente.

Di seguito una traduzione frettolosa:
1. Il Viagra: la pillola che ha risolto i problemi di tanti amanti è in realta' un effetto collaterale di una medicina per l'angina osservato dallo studioso gallese Merthyr Tydfil.
2. L'Lsd: il chimico svizzero Albert Hofmann, si fece il primo acido nella storia dell'umanita' quando assaggio l'acido lisergico che stava ricercando come medicina per indurre il parto.
3. I raggi-X: molti ricercatori nel XIX secolo giocavano con i raggi emessi da un fascio di elettroni con cui colpivano oggetti metallici. A scoprire le potenzialità benefiche dei raggi-X fu il tedesco Wilhelm Rontgen, che vide le ossa di una sua mano con cui teneva alcuni di questi oggetti.
4. La penicillina: Fleming trovo' una muffa verdastra sui vetrini che si era dimenticato di pulire - e la muffa aveva ucciso tutti gli strafilococchi sui vetrini!
5. I dolcificanti artificiali: simile storia di scarsa igiene in laboratorio: sono nati da scienziati che non si sono lavati le mani: ciclamato (?) ed aspartame vengono dalla ricerca medica, la saccarina da uno studio sui derivati del catrame.
6. Il forno a microonde: i radar degli alleati durante la 2a guerra mondiale erano azionati da emettitori a microonde. L'ingegner Percy Spencer si ritrovo' in tasca una caramella squagliata dalle microonde emesse da un radar.
7. Il brandy: per caricare più vino dalle navi e conservarlo meglio, nel Medioevo si pensò di eliminare per ebollizione l'acqua contenuta nella preziosa bevanda. Qualcuno durante il tragitto penso' bene di saltare il processo di reidratazione, e naque il brandy.
8. La gomma vulcanizzata: i latinoamericani avevano i propri metodi per evitare che la gomma si rovinasse, ma nel 1839 Charles Goodyear fece accidentalmente cadere un pezzetto di gomma su una stufa calda. Ed ecco la vulcanizzazione
9. Il silicone: lo scienziato James Wright, negli anni '40, cercava un materiale artificiale da usare in guerra quando mischio' acido borico e silicone. L'invenzione non aiuto' a vincere la guerra, ma da allora ha avuto un numero svariato di applicazione
10. Le patatine fritte: il cliente ha sempre ragione; il cuoco George Crum, nel 1853, per accomtentarne uno che si lamentava dello spessore delle patate che gli erano state servite, taglio' una patata a fette sottilissime e le frisse. Non c'e' bisogno di descrivere la reazione del cliente...

L'immagine di questo post e' quasi alla fine, cioe' qui



Si riferisce alla notizia data ieri che riporta che al Papa e' stato dato un Ipod Nano, con tanto di iscrizione dietro 'A Sua Santita' Benedetto XVI'.

Lascio a voi i commenti

1.3.06

Una storia italiana

Contrariamente al solito, l'immagine di questo post e' alla fine del testo, non all'inizio. Questo perche' se siete facilmente (o meno) impressionabili, minorenni, o trovate la nudita' offensiva potete fermarvi prima di rivelare la fotografia nella propria interezza.

Una storia affascinante, che vi riporto da 'Repubblica'. Non so se state seguendo la vicenda, ma spero di si', visto che uno dei signori in questione vi chiede di votare per lui il 9 aprile. Come potete immaginare, dato il coinvolgimento di Mr.Mills e della sua importante Signora, la storia e'arrivata anche qui - ma per la prima volta leggo dei veri motivi dietro le azioni. Qualcuno dovrebbe farci un film - e magari venderne i diritti a tre volte il loro prezzo....



Silvio Berlusconi, David Mills e la storia dei diritti Tv gonfiati.

Non è il titolo di una soap opera hollywoodiana ma di una tecnica sopraffina con cui le telenovelas acquistate in California venivano importate in Italia a un costo tre volte superiore. Oggi Berlusconi è accusato di corruzione per aver regalato all' avvocato Mills 600 mila euro in cambio di una sostanziale "copertura" nelle deposizioni ai giudici.

Ma per capire occorre tornare agli anni ' 80, agli albori della tv commerciale in Italia. O almeno al 1982 quando viene costituita a Londra dallo studio legale Carnelutti, di cui Mills è il
referente, la Cmm, finanziaria destinata a tirare le fila del "comparto riservato" di Fininvest. Un arcipelago di società, almeno 64, ricostruito da una perizia della Kpmg, società di consulenza internazionale, commissionata dalla Procura di Milano nel novembre 1996 e conclusasi due anni e mezzo dopo.

Proprio in quella perizia si ritrovano le parole di Mills che spiegano la "ratio" della rete parallela di società off-shore. «Il Gruppo B è un' espressione utilizzata per differenziare le società ufficiali
del Gruppo A da quelle, pur controllate nello stesso modo dalla Fininvest, che non dovevano apparire come società del gruppo per essere tenute fuori del bilancio consolidato. Un promemoria
definiva le società del gruppo B "very discreet" (molto riservate) perché il collegamento con il gruppo Fininvest rimanesse segreto». L' arco temporale scandagliato dalla Kpmg va dal 1989 al 1996, l'anno in cui Fininvest portò Mediaset in Borsa riuscendo ad abbattere un indebitamento di circa 4 mila miliardi di lire su un fatturato di 11.500. Nei sette anni che portano alla quotazione,
il denaro che transita attraverso le società del Gruppo B è una montagna: secondo la Kpmg si tratta di almeno 3 mila e 500 miliardi di cui 884 occultati off-shore. Dal 1994 in poi la rete
di società viene in parte smantellata o quantomeno trasferita alle Bahamas. è dunque ragionevole pensare che le pratiche adottate dalla Fininvest sui diritti televisivi negli anni ' 80 e fino al
1996 siano state poi interrotte o ridotte perché incompatibili con la presenza di azionisti terzi. Però, fino a quel momento, le pratiche border line sui diritti tv possono aver avuto un effetto
sul fisco italiano e, se verranno provate, sulla costituzione di fondi neri all' estero. L' inchiesta sui fondi neri del gruppo parte infatti nel 2001 quando dalla Svizzera arriva la risposta a
una rogatoria della procura milanese che svela come due società off-shore specializzate in diritti tv, la Universal One e la Century One, farebbero in realtà riferimento a Mediaset.

Un banchiere che negli anni ' 80 era creditore del gruppo Fininvest racconta che la pratica in quegli anni era la seguente. Gli emissari di Fininvest e Rai andavano a Hollywood a trattare l'
acquisto dei diritti. Fissato il prezzo, non li compravano direttamente ma facevano entrare in gioco le società off-shore, attraverso cui i diritti transitavano e lievitavano di prezzo.
Quando arrivavano in Italia sia Rai sia Fininvest acquistavano i diritti a prezzi almeno triplicati. Inoltre, poiché i diritti tv venivano ammortizzati in base ai passaggi televisivi futuri, erano
fiscalmente deducibili. La Fininvest, poi, pagava i diritti con un ampio uso dell' indebitamento bancario e, secondo alcuni analisti, il prezzo elevato dei diritti tv unito alla campagna acquisizioni
al di fuori del business televisivo (Mondadori, Standa), ha portato la società di Berlusconi nel 1993 a dover subire la richiesta di rientro crediti. La Fininvest si salva grazie all'
intervento di alcuni investitori internazionali, trovati dalla Lehman Brothers e dall' imprenditore tunisino Tarak Ben Ammar: si tratta del sudafricano Johann Rupert a capo della Nethold, del
tedesco Leo Kirch e del principe saudita Al Waleed. Sono loro che nel 1995 sottoscrivono un aumento di capitale da 1.247 miliardi di lire nella Mediaset che un anno dopo sbarcherà in Borsa.

Il problema della supervalutazione dei diritti, però, emerge già in quella fase. Il perito del Tribunale di Bergamo riscontra una differenza in negativo di 103 miliardi di lire rispetto ai valori
di conferimento in Mediaset del 1993. E la ricognizione sui conti effettuata dai tre nuovi investitori porta a valori della library assai inferiori di quelli scritti nei bilanci Fininvest. Rupert,
Kirch e Al Waleed trattano e alla fine pagano le azioni Mediaset 6.200 lire l' una, quando poi nel giugno 1996, in seguito a una nuova iniezione di diritti nella società per oltre mille miliardi
di lire, il valore di sottoscrizione dei titoli lievita a 7 mila lire. I tre danno una mano a Berlusconi e nel contempo fanno un affare. Ma un timore c' è: se la pratica della supervalutazione
dei diritti, effettuata negli anni precedenti attraverso le società di Mills, dovesse troncarsi di colpo, il prezzo di Borsa crollerebbe. Ciò non è avvenuto e in molti pensano che l'
adeguamento del valore dei diritti sia stato graduale interessando anche la fase in cui la società era già quotata. Ora il titolo Mediaset veleggia intorno ai 10 euro e tutti hanno guadagnato.
Rupert, addirittura, ha incassato un altro miliardo di dollari vendendo a Canal Plus le azioni Telepiù che aveva acquistato dalla Bil (Banque Internationale à Luxembourg). La Fininvest per legge poteva avere solo il 10% della tv a pagamento e molti ritengono che dietro la Bil ci fosse lo stesso Berlusconi.

Non a caso a trattare la vendita delle azioni a Rupert ci pensò proprio Mills, ma il magnate sudafricano non avrebbe mai concluso l' affare se quelle azioni Telepiù non fossero state iscritte nell' attivo della banca. Così era ma nulla esclude che la Bil fosse stata finanziata dalla Fininvest con un accordo tacito secondo il quale, se le azioni avessero perso di valore, il prestito sarebbe stato decurtato di un egual valore. La verità la sa solo Mills, il quale ha ammesso di aver «tenuto Mr B fuori da un mare di guai nei quali l' avrei gettato se solo avessi detto tutto quello che sapevo».

22.2.06

Terra!



Non solo e'passato piu' di un mese dall'ultimo post, ma mi si e'pure scotta la pasta per scrivere questo. Punizione esemplare.

Ma ci sono state cose nel frattempo, Roma, vini, olii, e compagniabbella. Forse il prossimo post lo faro'su casa nuova. Staremo a vedere che succede.

Per volare pero' bassi e tenerci su temi piu' pedestri, questa volta vorrei portare la vostra attenzione su un temino leggero: la nostra cara vecchia terra.

Ho comprato un libro che mi e'stato sottratto dalla moglie appena l'ho portato a casa. Me ne sono riappropriato solo di recente (e'piu' di 600 pagine). Il libro in questione e''State of fear' (tradotto immaginativamente e poco accuratamente 'Stato di paura') che Michael Crichton ha pubblicato nel 2004. Non entrero'nel merito (o demerito) del libro, ma vorrei solo sollevare uno degli argomenti che il libro tratta.

Come probabilmente saprete, 'State of fear' ha fatto discutere per il concetto su cui verte, cioe'che in realta' l'effetto serra non esiste, ma che alcuni gruppi ecologisti stiano sfruttando il principio per altri fini (ho appena riassunto 60000 parole in una frase). Se volete saperne di piu', leggetevi il libro.

La mia sintesi non e' ovviamente esaustiva, ma mi permette di introdurre un altro aspetto di cui pochi hanno parlato e secondo me piu' interessante. Cioe' che la terra risente del nostro stress, e che il vero problema e'il modo in cui usiamo le risorse naturali, ed il modello economico che abbiamo costruito e che ogni giorno reiteriamo nella sua insostenibilita'.

Questo non e' un concetto nuovo, ma a mio avviso e'piuttosto trascurato quando si parla di materie ecologiche, quando argomenti piu' semplici e discutibili vengono preferiti ad un'analisi di questo tipo.

Ci sono associazioni, come l' Earth Policy Institute, che promuovono un nuovo approcio piu'sostenibile allo sviluppo, altre che invece si occupano delle implicazioni mistiche di questo concetto.

Secondo me e'un tema molto interessante.

Non vi voglio vendere pippe su Gaia madre Terra, voglio solo dire che avere una sensibilita' ecologica non e' solo parlare trattato di Kyoto o delle pellicce. C'e' molto, molto altro.


e vediamo chi capisce che c'entra la foto....

21.1.06

Guidano di merda



Questa e'un'email che ho ricevuto ieri da Francesca T. .

Le ho chiesto il permesso di pubblicarla qui, e con mia grande gioia lei ha gentilmente accettato. Spero che dopo aver letto questo post la gioia sara' anche la vostra.

"L'India,è molto difficile raccontare perchè difficile da
sintetizzare.

E' tutta un'altra cosa, un mondo capovolto che gira al contrario, che
ha tempi e spazi solo suoi, quelli d'Oriente. Devo dire che in Asia
non c'ero mai stata e che nemmeno i precedenti viaggi potevano
lontanamente aiutarmi a capire. Ecco, innanzitutto direi che arrivi a
sfiorare la contrapposizione fra occidente ed oriente, tra due modi
diversi di essere uomini.

Premetto che io ho visto solo una parte dell'India, quella che dopo
Goa è stata piu toccata dal Turismo, anche se credo di essere arrivata
in un momento borderline, quello in cui sai che da lì a tre anni
cambieranno molte cose, inizierà la contaminazione, arriveranno gli
aerei e molta piu gente. Ma è ancora tutto primitivo, quasi vergine,
follemente economico.

Uno degli aspetti che colpisce di piu è la moltitudine di gente che ti
trovi davanti: sono milioni, le strade brulicano di gente, uomini,
poche donne, bambini, vacche, cani randagi a migliaia, capre,
carretti, biciclette, motociclette, risciò a pedali, risciò a motore,
cacca, pipi, rifiuti organici ed inorganici, batteri, umori corporali,
profumi, tanfo terribile, sterco bruciato, tabacco, polvere, terra.

Gli indiani sono ospitali, aperti, molto comunicativi, gioiosi,
curiosi fino allo sfinimento. Chiassosi, tanto, forse anche troppo. A
fine giornata hai bisogno di trovare un rifugio al casino. Sporchi,
senz'altro.

Guidano di merda, ho corso grandi paure, sono anarchici, fatalisti e prepotenti.

L'India è il paese dove tutto è possibile (all is possible...sempre
sempre..ed è vero!).

Abbiamo viaggiato su macchine noleggiate con autista, bus locali
sgangherati, bus privati sporchi, treni dell'epoca di Gandhi, stile
deportati, aerei sempre in ritardo, motorisciò, risciò a pedali,
cammello. Non è stato difficile viaggiare, a volte lungo e stancante,
poco confertevole, ma ti sposti come vuoi e dove vuoi.

La scelta di non pianificare le tappe del viaggio è stata vincente.
Decidevamo giorno per giorno, è il modo migliore per non soccombere e
sentirsi liberi.


E' stato il viaggio in cui sono entrata piu a contatto con la gente.
Abbiamo parlato, discusso, mangiato insieme, sono entrata nelle loro
case, ho visto come cucinano, ho cercato di non pensare alla totale
mancanza della piu banale norma igienica, ho distolto lo sguardo e mi
sono rassegnata a tutto, al peggio. Ma credimi, ho sempre mangiato
moltissimo, solo cibo vegetariano e non sono mai stata male. Per me i
posti da evitare sono quelli per turisti, con i loro riadattamenti.


Abbiamo conosciuto bene due ragazzi indiani molto in gamba. Abbiamo
discusso del loro lavoro e della vira privata, uno lavora e
commercializza argento, l'altro tessuti. Danno lavoro ad un centinaio
di persone dei villaggi limitrofi, hanno volglia di fare, sono smart.
Poi un ragazzo che fa la guida trekking, con un amore immenso per il
luoghi in cui vive ed altrettanta voglia di venire ad Occidente.

Abbiamo "pregato" nei tempietti sacri indù, ricevuto una benedizione
da una vecchia a Varanasi, discusso delle abitudini dei credenti
jainisti (quelli che non ammazzerebbero manco un moscerino in vita
loro), incredula osservato centinaia di persone bagnarsi nelle acque
putride del Gange.


Tutto è permeato di religione (la figura di Shiva è molto
affascinante), ma è una religione che pur sovrastandoli, è serenità,
partecipazione e gioia: è giallo, arancio e rosso, è cocco, latte e
miele, profumo di sandalo, tamburi e canti, rito collettivo e intimo
allo stesso tempo. Non mi sono mai sentita a mio agio in una chiesa
come nei templi di marmo bianco jainisti. Riesci a viverla con
intimità casalinga.

Tutto è imbrigliato nel sistema di caste, che regola la vita
quotidiana ed i rapporti fra le persone. E' sconvolgente come vada
avanti da millenni e non sia mai stato scalfito. E' resistito a tutto.
Tuttora immobile li condiziona perfidamente.

Si sposano a 21 anni e figliano. E' inconcepibile non essere sposati.
Le donne sono rescluse in casa, badano alla famiglia e cucinano tutto
il giorno se non vanno nei campi a seminare o a raccogliere la legna.

Gli uomini, fatta eccezione di quelli arricchiti dei ceti medi
cittadini che sono grassocci, sono magri e tirati. Hanno i capelli
lucidi e nerissimi, vanno spesso dal barbiere (anche improvvisato per
strada con lo specchio al muro), vestiti con camicia, pantalone e uno
straccio-coperta sopra. Sono sporchi, non lavano mai i vestiti. Il
sapone non lo usano, passano solo acqua su tutto. Nel deserto, andando
verso il confine col Pakistan, molti portano il turbante. Sono nove
metri di cotone avvalotolato di vari colori , a seconda della casta
ovviamente. Portano le scarpette a punta, dei pantaloni larghi
bianchi, un corpetto con gilet. Molti sono pastori semi-nomadi,
guidano greggi di capre marroni e nere, usano i cammelli per
trasportare merce pesante.

Le donne, specialmente quelle dei villalggi rurali, vestono abiti
sgargianti e colorati. Molti gioielli, bracciali e orecchini.
Sorridono dolcemente, salutano con slancio. Vivono come in un gineceo
- sempre con altre donne dello stesso villaggio - gli uomini sono poco
presenti.

I bambini sono tantissimi, svegli, che a tre anni gia vendono i
popcorn per strada e maneggiano soldi e resto. Potrebbero mandare
avanti una banca d'affari.

Non esiste il ceto medio o almeno solo alcune sacche embrionali nelle
grandi città. C'è una massa indistinta di poveri, poveri poveri.

La fogna a cielo aperto è ancora una realtà. Ci sono frotte di cani
randagi, magri come gli umani che come gli umani rovistano nella
spazzatura.

Gli Indiani sono però anche materialisti. Sono avvelenati per il
denaro, il cellulare è un simbolo, come la motoretta per chi se la puo
permettere.

Guardano poco la TV. A differenza del sud america dove c'è una
parabola su ogni baracca, qui no per fortuna. Per questo, forse, hanno
resistito a tutta una serie di bombardamenti pubblicitari. Vanno pazzi
per la musica ed il ballo.

Non ci sono affissioni, se mai dipingono sul muro. Ci sono pochi
prodotti occidentali, la presenza Nestlè non è ubiqua. Pochi Kit Kat
insomma...poco latte in polvere, anzi per nulla, c'hanno le vacche.

La stragrande maggioranza è analfabeta. L'inglese non è poi cosi parlato.


Di turisti occidentali non ne ho incontrati molti, salvo nei posti più
noti. Ma come sempre basta fare una deviazione, girare l'angolo e sei
di nuovo solo ... be' solo è una parolona..ci sono loro...i sempre
super-affaccendati indiani.

Il Rajastan è ricco di bellezze artistiche ed architettoniche
dell'epoca dei marajà. E' possibile dormire in alcuni alberghi che
erano in passato vecchie dimore o di ricchi mercati o degli stessi
marajà. noi ad esempio abbiamo dormitoin una meravigliosa stanza del
'500.

Il sistema economico si regge ancora sulla bottega, come nel medioevo.
C'è chi ripara suole, chi mette i lacci, chi lavora il legno, chi
vende letame, e cosi via. Ci sono ancora i mestieri, vivadio, è bello
vedere la mano dell'uomo.

Siamo andate in visita in un centro spirituale famosissimo che ha sedi
in tutto il mondo. Sai quelle cazzate new age? Be' ecco proprio
quelle. Un prete dei loro, tutto vestito di bianco ha tentato di
ipnotizzarci. Io quando alla fine del discorso mi ha interrogato ho
sbagliato risposta. C'è rimasto di merda. ehe ehehe.

Di esperienze magiche ed indimenticabili, al di sopra di tutto ne ho
fatte due: una a Varanasi e l'altra quando siamo andate a stare in un
villaggio sperduto che per arrivarci abbiamo camminato per 20km a
piedi e preso tre jeep collettive...l'alternativa era il cammello...

Varanasi:
come forse sai, è il luogo sacro per gli Indiani, quello in cui gli
induisti vorrebbero andare per essere cremati e gettati al gange.
Abbiamo avuto la fortuna di assistere ad uno spettacolo unico,
stupefacente ed incredibile, di notte dall'alto di un palazzo
affacciato a questo ghat delle cremazioni. Decine di alte pire di
legno su cui bruciano i corpi, ne intravedi le sagome. Sotto campane e
tamburi, litanie. Dal basso sale un odore acre di carne bruciata,
sandalo, profumi, unguenti. Le strade che portano al ghat sono vicoli
stretti, c'è un'intera umanità, forse tra le persone piu povere che
abbia visto, senz'altro un posto autentico, mistico, molto umano.
Posto imperdibile, devi avere il triplo pelo sullo stomaco,
soprattutto se vuoi alloggiare li nella citta vecchia (con la cacca
alle caviglie).

Nei villaggi in cui siamo state, non era arrivato quasi l'uomo bianco.
Nel senso che vivono nel quasi completo isolamento. Sono lontanti dai
centri piu grandi dove passa l'autobus, spersi nella campagna, senza
mezzi di comunicazione, fermi a rituali e ad un'economia di
sussistenza che gli da a mala pena da mangiare. Ci siamo andate con
una nostra guida di trekking, con una amica americana.
Non parlano inglese, ci siamo fatte tante risate per spiegarci, ma
alla fine credimi, si comunica comunque. Abbiamo dormito in un stanza
per terra, su dei materassi che erano color terra...con un freddo
polare, a pochi gradi che di notte fa molto freddo. Niente acqua e
niente bagni, vai al fiume in secca e fai la cacca, un'enorme lettiera
collettiva.
Abbiamo mangiato nella casa di uno del villaggio: sempre a terra, su
un tappetone. Verdure, chapati cucinato da loro sul fuoco, il grano
caldo del pentolone col latte di mucca sopra, salsa piccante. Ero
felice e satolla. La sera tutti riuniti in un'altra casa a parlare,
donne e uomini, soprattutto donne.

Abbiamo viaggiato per tre settimane, di cui due sempre in compagnia di
una signora americana di 55 anni che viaggiava in India da quasi un
annno. Un aforza della natura, intelligente, forte, molto figa. Da
giovane era una hippy, ha vissuto il '68 in California, l'epoca beat,
è vissuta in una comune, fatto un figlio allevato li a 17 anni, girato
il mondo, avuto due mariti...etc. E' stata una bella compagnia.
Esplosiva.

Sono partita stanca di tutta la confusione, del disordine, della
sporcizia devastante.
A distanza di due giorni, te lo sottoscrivo, ci tornerei domani. Penso
comunque che prima o poi continuerò a girarla tutta."

Grazie Francesca!