30.3.06

La stessa faccia di due medaglie diverse/2



Questo e'il secondo di due articoli che probabilmente vi sono sfuggiti, visto che sono pubblicati sulla stampa locale - locale di qui, non di la'. E'un articolo dal sito web della BBC, ed e'la terza ed ultima parte di una serie sul rapporto tra fede islamica e cultura europea di oggi. Forse vi interessera', forse no.

In un tribunale a Milano, pieno di poliziotti armati, sei giovani imputati musulmani siedono in una gabbia del metallo. Sono accusati di di aver inviato miliziani a combattere in Iraq e di aver pianificato un attentato che la polizia italiana e'riuscita a sventare nelle fasi iniziali. Durante una pausa del processo, chiedo all'esperto procuratore Armando Spataro se vede un chiaro collegamento fra integrazione e sicurezza. "I gruppi terroristi rifiutano l'integrazione," dice. Di conseguenza, integrare i musulmani in Europa rinforza i moderati - quindi e'un processo chiave per la vittoria nella "guerra contro il terrore".

Quella gabbia del metallo serve da avvertimento per dove l'Italia - ed Europa - potrebbero dirigersi.

Le autorita' italiane sapevano da un po' che il loro paese stava esportando militanti islamici. Ora sono preoccupati che i militanti possano tornare dalla lotta nell'Iraq per fare attentati in Europa.
La maggior parte dei musulmani in Italia non parla italiano e non riconosce i valori della societa' italiana. L'Italia è diversa dai paesi ho visitato in Europa del Nord. I musulmani sono arrivati qui piu'di recente, e relativamente pochi hanno acquisito la cittadinanza.
"E' una Comunità non integrata," dice Magdi Allam, noto giornalista Egiziano del Corriere della Sera. "la maggior parte dei musulmani in Italia non parla bene italiano , non conosce la cultura o la religione degli italiani e non condivide i valori della società italiana."
È molto sospettoso delle moschee che sono sotto il controllo di imam radicali.
Vado guardare le preghiere del venerdì al Centro Culturale Islamico, la moschea più malfamata di Milano - situata dietro un autolavaggio. Siamo nel pieno della polemica sui fumetti raffiguranti il profeta Maometto. L'imam egiziano della moschea, Abu Imad, deride "la gente ignorante" che li ha pubblicati.

"Chi sono questi?" chiede ironicamente. "Pensano che se soffiassero forte abbastanza potrebbero spegnere il sole?"

Quando lo intervisto, Abu Imad nega di avere collegamenti con i gruppi radicali fuori del paese - o di aver mandato giovani a farsi saltare in aria in Iraq. La questione dei fumetti - e l'ondata di proteste che ha sollevato - è l'ultima crisi a spingere un cuneo fra i musulmani ed i non-Musulmani in Europa.
I sostenitori della loro pubblicazione vedono i musulmani come illiberali ed inclini alla violenza. Gli oppositori considerano i redattori del giornale colpevoli di un affronto - persino di un un affronto calcolato - ai musulmani ed all'essenza di cio'in cui i musulmani credono. Magdi Allam sostiene la decisione del suo giornale di riprodurre i fumetti. L'occidente dovrebbe tenersi stretti i propri valori, mi dice, ed i musulmani che desiderano vivere in occidente devono accettare questi valori.
Più tipico dell'opinione pubblica musulmana è il parere che i fumetti siano un insulto. "ci mangiano il cuore" dice Usama, un ventenne studente all'università de Milano.
Il mio viaggio europeo mi ha portato da Leeds a Parigi, ad Amsterdam ed infine a Milano.
Ci sono molti modi di essere un giovane musulmano nell'Europa moderna. Molti abbracciano una cultura giovanile vibrante, mentre il islam - se importa affatto - è semplicemente un'etichetta culturale. Altri stanno trovando una nuova identità basata su un islam molto diverso da quello dei propri genitori.

L'idea che l'integrazione non stia avvenendo affatto - e che il islam non inserirà mai nella società europea - mi sembra un mito. Ma l'integrazione è un processo lento e difficile. Nessun paese può dire di averla ottenuta completamente. Qualunque siano le ragioni ed i torti della vicenda dei fumetti, e' aumentato il senso di polarizzazione e forse sono rallentati i processi di integrazione.

E se l'integrazione viene a mancare, la sicurezza dell'Europa come pure la relativa armonia sociale sarà compromessa.

In chiusura, vi vorrei segnalare un nuovo blog affacciatosi sulla scena mondiale. Date una pacca sulla spalla di incoraggiamento all'amica Franca. E magari contribuirete a quello piu'che a questo (il che e'abbastanza facile - manica di pelandroni sciagurati).

A presto.

24.3.06

La stessa faccia di due medaglie diverse/1



Questo e'il primo di due articoli che probabilmente vi sono sfuggiti, visto che sono pubblicati sulla stampa locale - locale di qui, non di la'. E'un articolo del Guardian di oggi. Mi sembra un punto di vista interessante.

Sono venuto lavorare con la Metro oggi, scrive John Hooper a Roma. C'erano tre persone nel vagone quando sono salito. Arrivati a Termini, stazione ferroviaria centrale di Roma, c'erano ancora molti posti a sedere. Il consiglio discutibile degli Stati Uniti di allertare gli Americani in visita in Italia durante la relativa campagna elettorale generale può avere o meno un effetto sui turisti d'oltreoceano. Ma certamente sembra preoccupare gli italiani stessi.

Washington ha offerto due motivi per innalzare il livello d'attenzione. Uno e' che le manifestazioni popolari potrebbero degenerare nella violenza, come effettivamente e' già successo. Ciò è molto delicato qui perché un elemento chiave della campagna di Silvio Berlusconi: ha dovuto attaccare il centro-sinistra chiedendo che disconosca le proprie frangie radicali. Ieri sera il suo sfidante, Romano Prodi, e'tornato sull'argomento accusando il governo di fare una politica del terrore. Nella sua ultima dichiarazione sul suo website ha citato le parole di un portavoce degli Stati Uniti: "il governo italiano è informato di questo annuncio, che corrisponde a parecchie dichiarazioni pubbliche rilasciate da vari esponenti del governo italiano".

Ma, come dimostrato dalla Metro mezza vuota, mentre i politici si scontrano su quest'aspetto dell'avvertimento degli Stati Uniti, la gente normale è probabile sia piu' preoccupata dal resto della dichiarazione: "il pubblico italiano continua ad essere sotto minaccia intensificata da Al-Qaida e da altri gruppi estremisti islamici per la partecipazione continuata alle attività multinazionali in Iraq ed in Afghanistan." La memoria di quanto è accaduto prima dell'ultima grande elezione nel Mediterraneo e' ancora fresca . Quasi 200 spagnoli furono uccisi nel 2004 in un attentato messo in atto da estremisti islamici con una serie di bombe sui treni dei pendolari che entrano nella capitale Madrid.

Tuttavia, vale la pena di sottolineare che la situazione in Spagna allora ora era differente da quella odierna in Italia.
Col senno del poi, si potrebbe dire che gli Spagnoli avessero creato una pericolosa opportunita' perche' i seguaci di Osama bin Laden si inserissero nel processo democratico e dare un'impressione - altamente opinabile - di averne influenzato il risultato. Da una parte c'era un governo che aveva mandato le truppe spagnole nell'Iraq e non aveva programmi per riportarle a casa; dall'altra, un'opposizione che aveva promesso un ritiro immediato.
I politici italiani hanno fiutato la trappola da un pezzo, e tranquillamente la stanno evitando.

Il governo di Berlusconi ha dichiarato che intende ritirare il contingente dalla coalizione Americana entro la fine dell'anno mentre l'opposizione, che originalmente si era impegnata per un ritiro immediato 'alla spagnola' ha spostato gradualmente la propria posizione fino a proporre un ritiro in fasi da decidersi in consultazione con i relativi alleati e gli Iracheni stessi. Ecco perchè l'Iraq non è stato discusso in queste elezioni. E perchè un attentato di Al-Qaida avrebbe poco senso, anche visto dalla propria logica distorta.

18.3.06

Influenze





In questi tempi di dibattiti televisivi e di processi a vannemarchi, un po' di sano rigore scientifico non fa male. Quindi vi riporto un pezzo da “L’espresso”, n.7, 2006 in cui Michele Serra spiega un po'di cosine al popolo ignaro.

Più o meno ogni giorno, da mesi, gli esperti ci spiegano che ci si può ammalare di aviaria solo attraverso il contatto diretto con un uccello migratore ammalato.
Sono stati individuati cinque modi principali per contrarre il virus:
1. Leccare un cigno morto;
2. Andare appositamente in Asia e voltolarsi nudi nella cacca di pollo per almeno un'ora;
3. Inghiottire al volo un tordo crudo;
4. Pulire con la lingua un cornicione imbrattato dai piccioni;
5. Limonare con un barbagianni.
In Asia il virus è endemico tra gli uccelli di ogni tipo da una diecina d'anni, ma sono morte solo poche decine di persone, in condizioni igieniche pessime e tutte a causa di uno dei comportamenti sopra descritti.
Statisticamente, è molto più facile morire per un incidente domestico che per l'aviaria: ciononostante la gente crede che una casa senza crocchette di pollo e con la canna fumaria intoppata sia un luogo protetto. E che tenere in giardino due rottweiler nevropatici sia molto più sicuro che avere una gallina.
È in questo clima che in Italia dilaga la psicosi del pollo assassino. Milioni di consumatori sono convinti che i petti di pollo, il brodo di cappone e le uova sode uccidano all'istante non solo chi li mangia, ma anche chi li nomina. Questa pollofobia non ha alcun interesse per i virologi, ma appassiona gli studiosi di psicologia di massa.

La domanda che è alla base di questa disciplina venne formulata, alla fine dell'Ottocento, dal medico tedesco Otto Trauber, nel suo famoso saggio “Ma la gente, è cretina?”. Trauber aveva studiato a lungo la credenza popolare secondo la quale, se una donna con le mestruazioni tocca una pianta, la fa appassire. Fece un esperimento: chiese a cento donne mestruate di toccare un mazzo di fiori. Il mazzo, ovviamente, non appassì, ma la centesima donna, un'obesa di Düsseldorf, inciampò avvicinandosi al vaso e schiacciò i fiori. Al dottor Trauber apparve chiaro che l'esperimento aveva dimostrato empiricamente ciò che anche la logica suggerisce: e cioè che non esiste rapporto tra mestruazioni e stato di salute della flora. Ma le protagoniste dell'esperimento non furono di questo parere: vedendo i fiori schiacciati, si considerarono colpevoli collettivamente del triste epilogo, piansero a lungo e picchiarono duramente il dottor Trauber perché le aveva indotte a rovinare dei fiori così belli.
Trauber elaborò il suo postulato scientifico più celebre: “La gente crede solo a quello in cui vuole credere”, che è il titolo del suo secondo saggio. Il terzo, scritto poco prima di morire, era un malinconico testamento scientifico: “Questi qui non la capiscono neanche se gliela ficchi in testa a martellate”, accolto severamente dalla critica del tempo che giudicava l'opera di Trauber antipopolare e contraria allo spirito positivista dell'epoca.

Al di là delle controverse teorie di Trauber, non c'è dubbio che diversi accadimenti, dalla sua morte ai giorni nostri, avvalorano almeno una parte delle sue conclusioni. Comportamenti e convinzioni privi di qualunque supporto razionale (come la paura di contrarre l'aviaria mangiando pollo) hanno spesso larghissima diffusione. Dall'idea che esista davvero l'impero sommerso di Atlantide, con i tritoni, le sirene e tutto il resto, all'idea, ancora più pazzesca, che esista la Padania. Dagli avvistamenti degli Ufo soprattutto sui cieli che sovrastano le birrerie e i pub, al miracolo economico previsto dal governo italiano. Dalla convinzione che le piramidi siano state erette dagli alieni, a quella che la mafia riuscirà finalmente a costruire il ponte sullo Stretto.
"La gente", scriveva Trauber nel suo diario, "crede nelle cose più assurde, e lo scienziato vedrà sempre le sue confutazioni razionali infrangersi contro il muro della credulità. Per questo lo scienziato è triste, e la gente è contenta". Fa impressione pensare che Trauber scrisse queste righe senza sapere che, dopo la sua morte, si sarebbero affermate la gemmoterapia e Berlusconi.

Vorrei solo aggiungere che l'OMS comunica che dal 2003 il numero totale dei decessi per 'influenza aviaria' è 94 di cui: 42 in Vietnam, 20 in Indonesia, 14 in Thailandia, 8 in Cina, 4 in Cambogia e Turchia, 2 in Iraq.

Il che significa che in 3 anni ci sono stati 94 morti, cioè mediamente 31 morti l'anno su una popolazione dei Paesi interessati di circa 1,5 miliardi di individui che, tra l'altro, vive in precarie condizioni igieniche.

In termini percentuali la mortalità e' quindi abbastanza irrilevante.

In Italia ogni anno ci sono piu' di 1000 morti per la tradizionale influenza il che non sembra spaventare nessuno....

6.3.06

Serendipity

...parola inglese intraducibile che vuol dire essenzialmente trovare quello che non stai cercando (a Roma si chiama culo, francesismo). Questo mese la rivista americana Wired dedica la propria rubrica 'The best' alle dieci migliori scoperte casuali che ho trovato piuttosto divertente.

Di seguito una traduzione frettolosa:
1. Il Viagra: la pillola che ha risolto i problemi di tanti amanti è in realta' un effetto collaterale di una medicina per l'angina osservato dallo studioso gallese Merthyr Tydfil.
2. L'Lsd: il chimico svizzero Albert Hofmann, si fece il primo acido nella storia dell'umanita' quando assaggio l'acido lisergico che stava ricercando come medicina per indurre il parto.
3. I raggi-X: molti ricercatori nel XIX secolo giocavano con i raggi emessi da un fascio di elettroni con cui colpivano oggetti metallici. A scoprire le potenzialità benefiche dei raggi-X fu il tedesco Wilhelm Rontgen, che vide le ossa di una sua mano con cui teneva alcuni di questi oggetti.
4. La penicillina: Fleming trovo' una muffa verdastra sui vetrini che si era dimenticato di pulire - e la muffa aveva ucciso tutti gli strafilococchi sui vetrini!
5. I dolcificanti artificiali: simile storia di scarsa igiene in laboratorio: sono nati da scienziati che non si sono lavati le mani: ciclamato (?) ed aspartame vengono dalla ricerca medica, la saccarina da uno studio sui derivati del catrame.
6. Il forno a microonde: i radar degli alleati durante la 2a guerra mondiale erano azionati da emettitori a microonde. L'ingegner Percy Spencer si ritrovo' in tasca una caramella squagliata dalle microonde emesse da un radar.
7. Il brandy: per caricare più vino dalle navi e conservarlo meglio, nel Medioevo si pensò di eliminare per ebollizione l'acqua contenuta nella preziosa bevanda. Qualcuno durante il tragitto penso' bene di saltare il processo di reidratazione, e naque il brandy.
8. La gomma vulcanizzata: i latinoamericani avevano i propri metodi per evitare che la gomma si rovinasse, ma nel 1839 Charles Goodyear fece accidentalmente cadere un pezzetto di gomma su una stufa calda. Ed ecco la vulcanizzazione
9. Il silicone: lo scienziato James Wright, negli anni '40, cercava un materiale artificiale da usare in guerra quando mischio' acido borico e silicone. L'invenzione non aiuto' a vincere la guerra, ma da allora ha avuto un numero svariato di applicazione
10. Le patatine fritte: il cliente ha sempre ragione; il cuoco George Crum, nel 1853, per accomtentarne uno che si lamentava dello spessore delle patate che gli erano state servite, taglio' una patata a fette sottilissime e le frisse. Non c'e' bisogno di descrivere la reazione del cliente...

L'immagine di questo post e' quasi alla fine, cioe' qui



Si riferisce alla notizia data ieri che riporta che al Papa e' stato dato un Ipod Nano, con tanto di iscrizione dietro 'A Sua Santita' Benedetto XVI'.

Lascio a voi i commenti

1.3.06

Una storia italiana

Contrariamente al solito, l'immagine di questo post e' alla fine del testo, non all'inizio. Questo perche' se siete facilmente (o meno) impressionabili, minorenni, o trovate la nudita' offensiva potete fermarvi prima di rivelare la fotografia nella propria interezza.

Una storia affascinante, che vi riporto da 'Repubblica'. Non so se state seguendo la vicenda, ma spero di si', visto che uno dei signori in questione vi chiede di votare per lui il 9 aprile. Come potete immaginare, dato il coinvolgimento di Mr.Mills e della sua importante Signora, la storia e'arrivata anche qui - ma per la prima volta leggo dei veri motivi dietro le azioni. Qualcuno dovrebbe farci un film - e magari venderne i diritti a tre volte il loro prezzo....



Silvio Berlusconi, David Mills e la storia dei diritti Tv gonfiati.

Non è il titolo di una soap opera hollywoodiana ma di una tecnica sopraffina con cui le telenovelas acquistate in California venivano importate in Italia a un costo tre volte superiore. Oggi Berlusconi è accusato di corruzione per aver regalato all' avvocato Mills 600 mila euro in cambio di una sostanziale "copertura" nelle deposizioni ai giudici.

Ma per capire occorre tornare agli anni ' 80, agli albori della tv commerciale in Italia. O almeno al 1982 quando viene costituita a Londra dallo studio legale Carnelutti, di cui Mills è il
referente, la Cmm, finanziaria destinata a tirare le fila del "comparto riservato" di Fininvest. Un arcipelago di società, almeno 64, ricostruito da una perizia della Kpmg, società di consulenza internazionale, commissionata dalla Procura di Milano nel novembre 1996 e conclusasi due anni e mezzo dopo.

Proprio in quella perizia si ritrovano le parole di Mills che spiegano la "ratio" della rete parallela di società off-shore. «Il Gruppo B è un' espressione utilizzata per differenziare le società ufficiali
del Gruppo A da quelle, pur controllate nello stesso modo dalla Fininvest, che non dovevano apparire come società del gruppo per essere tenute fuori del bilancio consolidato. Un promemoria
definiva le società del gruppo B "very discreet" (molto riservate) perché il collegamento con il gruppo Fininvest rimanesse segreto». L' arco temporale scandagliato dalla Kpmg va dal 1989 al 1996, l'anno in cui Fininvest portò Mediaset in Borsa riuscendo ad abbattere un indebitamento di circa 4 mila miliardi di lire su un fatturato di 11.500. Nei sette anni che portano alla quotazione,
il denaro che transita attraverso le società del Gruppo B è una montagna: secondo la Kpmg si tratta di almeno 3 mila e 500 miliardi di cui 884 occultati off-shore. Dal 1994 in poi la rete
di società viene in parte smantellata o quantomeno trasferita alle Bahamas. è dunque ragionevole pensare che le pratiche adottate dalla Fininvest sui diritti televisivi negli anni ' 80 e fino al
1996 siano state poi interrotte o ridotte perché incompatibili con la presenza di azionisti terzi. Però, fino a quel momento, le pratiche border line sui diritti tv possono aver avuto un effetto
sul fisco italiano e, se verranno provate, sulla costituzione di fondi neri all' estero. L' inchiesta sui fondi neri del gruppo parte infatti nel 2001 quando dalla Svizzera arriva la risposta a
una rogatoria della procura milanese che svela come due società off-shore specializzate in diritti tv, la Universal One e la Century One, farebbero in realtà riferimento a Mediaset.

Un banchiere che negli anni ' 80 era creditore del gruppo Fininvest racconta che la pratica in quegli anni era la seguente. Gli emissari di Fininvest e Rai andavano a Hollywood a trattare l'
acquisto dei diritti. Fissato il prezzo, non li compravano direttamente ma facevano entrare in gioco le società off-shore, attraverso cui i diritti transitavano e lievitavano di prezzo.
Quando arrivavano in Italia sia Rai sia Fininvest acquistavano i diritti a prezzi almeno triplicati. Inoltre, poiché i diritti tv venivano ammortizzati in base ai passaggi televisivi futuri, erano
fiscalmente deducibili. La Fininvest, poi, pagava i diritti con un ampio uso dell' indebitamento bancario e, secondo alcuni analisti, il prezzo elevato dei diritti tv unito alla campagna acquisizioni
al di fuori del business televisivo (Mondadori, Standa), ha portato la società di Berlusconi nel 1993 a dover subire la richiesta di rientro crediti. La Fininvest si salva grazie all'
intervento di alcuni investitori internazionali, trovati dalla Lehman Brothers e dall' imprenditore tunisino Tarak Ben Ammar: si tratta del sudafricano Johann Rupert a capo della Nethold, del
tedesco Leo Kirch e del principe saudita Al Waleed. Sono loro che nel 1995 sottoscrivono un aumento di capitale da 1.247 miliardi di lire nella Mediaset che un anno dopo sbarcherà in Borsa.

Il problema della supervalutazione dei diritti, però, emerge già in quella fase. Il perito del Tribunale di Bergamo riscontra una differenza in negativo di 103 miliardi di lire rispetto ai valori
di conferimento in Mediaset del 1993. E la ricognizione sui conti effettuata dai tre nuovi investitori porta a valori della library assai inferiori di quelli scritti nei bilanci Fininvest. Rupert,
Kirch e Al Waleed trattano e alla fine pagano le azioni Mediaset 6.200 lire l' una, quando poi nel giugno 1996, in seguito a una nuova iniezione di diritti nella società per oltre mille miliardi
di lire, il valore di sottoscrizione dei titoli lievita a 7 mila lire. I tre danno una mano a Berlusconi e nel contempo fanno un affare. Ma un timore c' è: se la pratica della supervalutazione
dei diritti, effettuata negli anni precedenti attraverso le società di Mills, dovesse troncarsi di colpo, il prezzo di Borsa crollerebbe. Ciò non è avvenuto e in molti pensano che l'
adeguamento del valore dei diritti sia stato graduale interessando anche la fase in cui la società era già quotata. Ora il titolo Mediaset veleggia intorno ai 10 euro e tutti hanno guadagnato.
Rupert, addirittura, ha incassato un altro miliardo di dollari vendendo a Canal Plus le azioni Telepiù che aveva acquistato dalla Bil (Banque Internationale à Luxembourg). La Fininvest per legge poteva avere solo il 10% della tv a pagamento e molti ritengono che dietro la Bil ci fosse lo stesso Berlusconi.

Non a caso a trattare la vendita delle azioni a Rupert ci pensò proprio Mills, ma il magnate sudafricano non avrebbe mai concluso l' affare se quelle azioni Telepiù non fossero state iscritte nell' attivo della banca. Così era ma nulla esclude che la Bil fosse stata finanziata dalla Fininvest con un accordo tacito secondo il quale, se le azioni avessero perso di valore, il prestito sarebbe stato decurtato di un egual valore. La verità la sa solo Mills, il quale ha ammesso di aver «tenuto Mr B fuori da un mare di guai nei quali l' avrei gettato se solo avessi detto tutto quello che sapevo».